Ti piacerebbe ti dicessi una cosa del genere, vero? E invece no, non posso. Sì che è estate e il tono si alleggerisce, ma dall’alleggerire il tono allo sparare cavolate ne corre. Quindi no, mi spiace. I libri, se davvero vuoi scriverli, prima devi averli letti, e pure tanti. Perché? Perché leggendo acquisisci linguaggio e parole e grammatica e sintassi, e senza fare nessuno sforzo, perché tu sei impegnato a seguire trama e personaggi ma quelli, linguaggio e parole e grammatica e sintassi, si intrufolano nella tua testa e ci si annidano. Sì che la scuola media l’abbiamo fatta tutti e il congiuntivo dovremmo saperlo usare ma, credimi, non basta. Abbiamo bisogno, se davvero vogliamo scrivere, di quella velocità di creare pensiero scritto che soltanto avere letto pensiero scritto può dare. Leggere è andare a bottega da chi sa già scrivere, è rubargli i dettagli, è svelare i misteri nascosti nella sua scrittura, è imparare a creare un mondo viaggiando nei mondi degli altri, è uscire dal piccolo borgo in cui viviamo per incontrare quanto di più strano e inaspettato la vita può proporci. E tutto questo lo troviamo nei libri degli altri. Ti pare poco?
“Caledonian Road” di Andrew O’Hagan – traduzione di Marco Drago (Bompiani)
Una storia senza innocenti o vincitori, ma solo persone ferite che riescono a farcela con quello che resta dopo un evento drammatico destinato a essere uno spartiacque nelle loro vite.