Papille: Capitolo 15 – Pinzimonio

Mauro è un ottimo Chef, molto conosciuto. Ha preparato una cena speciale. Ci piacerebbe mangiarla in modo nuovo, per celebrarla insomma. Perché non ti spogli?

Papille, il seguitissimo critico gastronomico fuori dagli schemi, amato dal popolo e temuto dai più grandi chef, perde l’uso della lingua e del gusto per la vendetta di uno chef stellato.

Puntate precedenti

Capitolo 1 – Panace di Mantegazza

Capitolo 2 – Cappio

Capitolo 3 – Ferite

Capitolo 4 – Mignon vegani, alici, cacao e melanzana

Capitolo 5 – Strazzata lucana

Capitolo 6 – Pomodoro Ciettaicale

Capitolo 7 – Battuto d’occhio

Capitolo 8 – Sardine

Capitolo 9 – Zuppa di pipistrello

Capitolo 10 – Tramezzino pollo e insalata all’obitorio

Capitolo 11 – Lampare

Capitolo 12 – Pesce fresco

Capitolo 13 – Entrée

Capitolo 14 – Mani nel sacco

Capitolo 15

Pinzimonio

Dal vicolo arriva una Polo Volkswagen nera. Sfila davanti a Papille e Linda ancora nascosti. La macchina ha i vetri oscurati, si intravede il profilo di un uomo. Si ferma davanti al portone.

I due uomini che Linda aveva scambiato per Carletti e Adriàn si sono allontanati.

L’uomo scende dalla macchina. Indossa un paio di jeans, una camicia bianca sgualcita e al polso porta due grossi bracciali. Linda spalanca gli occhi. Lo fissa. Indietreggia perdendo l’equilibrio.

Lui si avvicina al portabagagli. Lo apre e tira su due cassette di pomodori. Le sistema a terra. Poi tira fuori un panno, una custodia per CD e un punteruolo in bronzo. Arrotola il punteruolo nel panno e lo mette dentro le cassette di pomodoro, fa lo stesso con la custodia CD. Linda e Papille si guardano. Linda ha delle macchioline negli occhi vitrei. Papille ha l’impressione lei stia tremando.

@Carletti scrive: Citofono Eusebi. Terzo piano, non fare tardi Linda.

Linda si sistema l’abito alzando fino a metà cosce il vestito. Per duemila euro cerchiamo di presentarci al meglio. Pensa. Poi citofona.

– Sì?

– Linda.

– Apro subito. Terzo piano.

Il grosso portone si apre lento. Linda sfila dentro.

L’androne ha statue di grifoni ai lati. Il corridoio porta a un chiostro illuminato. Due piante rampicanti coprono parte delle finestre del portierato. C’è un’unica scala. Scala A. Linda la imbocca e sale fino al terzo piano.

Sulla porta trova Carletti che l’aspetta in jeans e camicia.

– Salve Linda.

– Buonasera.

– Non rimanere sull’uscio, entra ti prego.

L’ingresso è in marmo rosa, arredato con mobili antichi e affreschi colorati sul soffitto. L’odore forte di fiori copre una nota di stantio.

– Prego, vai pure in sala da pranzo. Lasciami il cappotto.

Linda toglie il soprabito. Indossa un vestito scuro e degli stivaletti con il tacco. Carletti le guarda il corpo esile, le curve dei fianchi, il collo, le gambe toniche. Si aggiusta i jeans all’altezza del cavallo e appende all’attaccapanni il soprabito di Linda.

L’ingresso dà subito sulla sala da pranzo. Un lungo tavolo in legno taglia in due la stanza. Linda guarda le posate, i piatti e nota un grosso cuscino rosso di velluto steso nel mezzo della tavola. Le sembra apparecchiato tutto intorno ad esso.

In piedi dalla parte opposta ci sono due uomini.

– Loro sono Mauro e Renato. Resteranno con noi questa sera. – dice Carletti.

Linda li guarda. Hanno la stessa età di Carletti, sui cinquanta. Forse quel Mauro qualche anno in meno. Chissà a letto se reggono.

– I soldi li prenderei subito – dice Linda.

– Linda, ci conosciamo. Non c’è fretta. Accomodati, mettiti a tuo agio. – Carletti lancia uno sguardo agli altri due.

Da una porta in legno color melanzana esce la domestica. Giovane, bassa, formosa. Guarda Linda che restituisce lo sguardo.

– Accomodati – insiste Carletti.

Linda si siede. Oltre al coltello, alle due forchette e al cucchiaino per il dessert, nota tra le posate ordinate un punteruolo in bronzo vicino alle forchette dell’uomo di nome Renato. Qualche vezzo da ricchi. Pensa.

Si siedono tutti. La cameriera versa del vino rosso poi dell’acqua e sparisce.

I tre uomini si guardano.

– Piacere di conoscerti Linda – dice l’uomo presentato come Mauro.

– Piacere mio – risponde.

Le luci sono soffuse, i tre uomini sembrano a loro agio. Linda non è mai stata a letto con tre uomini insieme.

– Che intenzioni avete, signori?

– Linda. – Carletti cambia tono di voce. – Come ti ho detto ci conosciamo, lo sai come sono fatto. Ti prego di attenerti a una serata tranquilla, senza modi che gli ospiti non gradirebbero.

Linda si aggiusta il vestito. Ha conosciuto Carletti appena arrivata a Matera. Lui le ha promesso un lavoro sicuro, redditizio fin da subito. Eppure sono mesi che lavora nei campi. E saltuariamente continua a fare da escort, solo per lui, per arrotondare. Però paga sempre. Pensa.

– Questa volta sono soldi veri – le ha detto al telefono per convincerla della serata.

Con duemila euro ci va avanti minimo quattro mesi, Linda. Così dopo essersi stirata l’abito, resta in silenzio.

– Mauro è un ottimo Chef, molto conosciuto. Ha preparato una cena speciale. Ci piacerebbe mangiarla in modo nuovo, per celebrarla insomma. Perché non ti spogli?

Carletti guarda i due. Poi Linda.

Lei si alza in piedi. Sfila con delicatezza l’abito muovendo il bacino. La carne pallida e magra è costellata di minuscoli brividi.

– Togliti tutto – dice il terzo uomo. Renato. Quello che ha un’enorme pancia dietro una camicia stretta da esplodere e il volto scuro butterato. Pensa Linda guardandolo.

La cameriera, alle spalle di Linda, traffica con un impianto stereo. Della musica classica parte senza che Linda ne riconosca autore o titolo.

È una musica cupa.

– Rachmaninov. Zone tue Linda. – Dice Carletti.

– Sembra piuttosto un cognome russo. Io sono rumena.

– Zone tue, quindi. – Aggiunge l’uomo butterato fissando Linda.

Lei abbassa gli occhi. Slaccia il reggiseno. Il cuoco Mauro e Carletti le fissano il seno sodo e piccolo.

Renato guarda la cameriera. Non guarda Linda. La donna si ferma, posa il vassoio con sopra delle tartine con pallini neri e burro. Linda in mutande in piedi non riconosce il caviale. La cameriera si spoglia veloce, senza grazia.

– Rivestiti. – Dice l’uomo.

La cameriera lo guarda, dall’espressione sembra non aver capito.

– Rivestiti, ho detto.

Lei si riveste. Tira su il grembiule e rimane ferma.

– Ora spogliati. Bene. Come ha fatto lei. – Indica Linda.

Lei guarda Carletti che le fa un cenno con il volto. Morbida inizia a sfilare i vestiti di nuovo fino a restare nuda.

Carletti sorride.

– Linda, puoi sdraiarti sul cuscino nel mezzo del tavolo.

Linda sale sul tavolo e si sdraia sul velluto.

– Tu, sfilale il perizoma e servi l’entrèe. – Carletti fa un cenno alla cameriera che prima di riprendere il vassoio sfila l’intimo di Linda. Lo sfila lenta, strusciandole il tessuto nell’interno coscia. Le due si guardano. La cameriera deve essere sudamericana, piccola con un corpo formoso. Ha una minuscola cicatrice al lato dell’occhio destro.

La giovane donna appoggia le tartine sul corpo di Linda, sono fredde e le si intorpidisce la pelle.

I tre uomini le prendono con le mani.

– Tartine di caviale Beluga e burro Occelli. – Dice Mauro.

Carletti parla con questo Renato presentando Mauro come uno tra i migliori Chef d’Italia. Linda intuisce sia quel Renato a pagare il baraccone della serata. E questa roba di mangiare su di lei la diverte.

Ad un certo punto sente un pizzico molto forte sulla coscia. Poi un altro.

La cameriera porta delle verdure. Da una ciotolina arriva forte odore di olio.

Un altro pizzico forte. Linda muove la testa, intravede Renato pungerla con il punteruolo che aveva visto prima tra le posate. Resta in silenzio. Ai ricchi alle volte piace un po’ di brio, pensa.

La cameriera, nuda con il grosso seno traballante serve il pinzimonio.

Linda non vede cosa accade, ma sente una mano fermarle il collo e qualcosa entrarle dentro.

Salta, ma non riesce a muoversi.

Alza il viso, vede l’uomo butterato intingere una grossa carota nell’olio e poi, con forza, spingergliela in mezzo alle gambe. Dentro. Lui la fissa. Estrae la carota e la morde dopo averla odorata.

Linda si agita. Dal mobile stereo Carletti tira fuori degli anelli e una corda. Lega entrambi i polsi di Linda. Il cuoco, che dopo le presentazioni non aveva più parlato, prende dal seno di Linda un’altra tartina. Strizzandole il capezzolo con forza.

– Cosa fate? – Grida lei.

– Linda. È una cena speciale di uno chef speciale, per una persona speciale. Fa la brava non avere paura.

In quel momento sente di nuovo entrare dentro di lei con forza un’altro ortaggio. Sente l’olio viscoso ammorbidirle le pareti interne. L’ortaggio sale, si muove forte con violenza. Prova a stringere le gambe ma lo Chef e Carletti ne tengono stretta una per uno.

Linda chiude gli occhi per il dolore, li riapre e oltre la carota vede che l’uomo, Renato, ha in mano un grosso cetriolo.

– Inda, Lll-inda!? – Papille scuote la ragazza con forza. – Che hai? – Vede Linda scrollare il viso e sgranare gli occhi.

– Niente, niente. Niente. Scusa, tutto bene.

Il portone si apre. Esce Adriàn, saluta l’uomo e ritira le due cassette di pomodori per poi rientrare.

L’uomo risale in macchina. Fa manovra, parte veloce verso la strada principale.

Papille non fa in tempo a trattenere Linda che si alza in piedi e si butta in strada. Sbuca davanti alla macchina che è costretta a sterzare per evitarla.

Continua…

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Andrea Fassi

Pronipote del fondatore del Palazzo del Freddo, Andrea rappresenta la quinta generazione della famiglia Fassi. Si laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali coltivando l’interesse per la scrittura. Prima di seguire la passione di famiglia, gira il mondo ricoprendo diversi ruoli nel settore della ristorazione ed entrando in contatto con culture lontane. Cresciuto con il gelato nel sangue, ama applicare le sue esperienze di viaggiatore alla produzione di gusti rari e sperimentali che propone durante showcooking e corsi al Palazzo del Freddo. Ritorna al passato dando spazio al valore dell’intuito invece dei rigidi schemi matematici in cui spesso oggi è racchiuso il mondo del gelato. Combina la passione per il laboratorio con il controllo di gestione: è l’unico responsabile del Palazzo del Freddo in qualità di Amministratore Delegato e segue la produzione dei locali esteri in franchising dell’azienda. In costante aggiornamento, ha conseguito il Master del Sole 24 Ore in Food and Beverage Management. La passione per la lettura e la scrittura lo porta alla fondazione della Scuola di scrittura Genius nel 2019 insieme a Paolo Restuccia, Lucia Pappalardo, Luigi Annibaldi e ad altri editor e scrittori. Premiato al concorso “Bukowsky” per il racconto “La macchina del giovane Saleri”, riceve il primo premio al concorso “Esquilino” per il racconto “Osso di Seppia” e due menzioni speciali nei rispettivi concorsi “Premio città di Latina” e “Concorso Mario Berrino”. Il suo racconto “Quando smette di piovere”, dedicato alla compagna, viene scelto tra i migliori racconti al concorso “Michelangelo Buonarroti”. Ogni martedì segue la sua rubrica per la scuola Genius in cui propone racconti brevi, pagine scelte sui sensi e aneddoti dietro le materie prime di tutto il mondo. Per la testata “Il cielo Sopra Esquilino” segue la rubrica “Esquisito” e ha collaborato con il sito web “La cucina italiana” scrivendo di gelato. Docente Genius di scrittura sensoriale, organizza con gli altri insegnanti “Il gusto per le storie”, cena evento di degustazione di gelato in cui le portate si ispirano a libri e film.

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