Calvino rilesse la lettera che aveva tra le mani, poi reclinò all’indietro la testa fissando un punto indefinito sul soffitto.
Dal primo gennaio del 1950 era stato assunto come impiegato presso la casa editrice Einaudi, e la corrispondenza con gli Autori e aspiranti scrittori assorbiva gran parte della sua giornata lavorativa.
La cosa era delicata: bisognava dire dei sì e dei no, prendere tempo e mettere fretta, tenere conto di amicizie, legami, segnalazioni usando sempre i toni appropriati e, soprattutto, senza urtare la suscettibilità o l’ego smisurato di certi scrittori.
Poi, ogni tanto, arrivava una lettera come quella che teneva tra le dita. Da Milano, datata 19 luglio 1954. Una calligrafia minuta, ordinata, e una serie di poesie, versi un po’ infantili senza essere belli.
Mariapia Travostino, l’autrice della lettera e dei versi, si era presentata così: “Ho rinunciato alla vita della professoressa perché me la sono sentita troppo difficile per inquadrarvi me stessa. Ora sono solo una laureata senza cultura e una segretaria d’azienda senza entusiasmo. Sono proprio solo una modestissima ragazza qualsiasi abbastanza carina…”.
Leggendo questo passaggio Calvino aveva sorriso, quasi intenerito. Gli sembrava di vedersela lì davanti, negli uffici di via Biancamano, così simile alle segretarie che battevano a macchina le minute della sua corrispondenza. “Le nostre api laboriose” le chiamava lui, quando si affacciava nella sala dattilografe per un saluto, cogliendo al volo commenti e risate sul sabato sera passato a ballare o sul nuovo fidanzato di qualche cugina.
La signorina Travostino non scriveva bei versi, e certo due rime baciate non sono poesia. Era giovane, e “abbastanza carina”, perché quel tono rassegnato, come quello di chi non si aspetta più niente?
Non aveva l’amore? Mica ce l’hanno tutti e poi, siamo sicuri che una volta ottenuto saremo felici?
I versi non erano belli, ma la ragazza triste malgrado fosse “abbastanza carina” aspettava una risposta, e lui era lì per dargliela.
“Torino, 24 luglio 1954
Gentile Sig.na Mariapia…”.
Bibliografia:
Italo Calvino, I libri degli altri, Einaudi
Italo Calvino, Lettere 1940-1985, Collana I Meridiani, Mondadori.