Aldo Palazzeschi disse al tassista di fermarsi a Largo di Torre Argentina, sarebbe sceso lì.
Un po’ a fatica uscì dalla macchina e a passo lento si avviò verso casa, passando per via Monterone, lunga e ombreggiata. Girato l’angolo era presto arrivato in via dei Redentoristi, davanti al pesante portone di quercia del civico nove.
L’ascensore di legno profumato di cera d’api lo portò all’ultimo piano del palazzo che il marchese Giuliano Capranica del Grillo, circa cento anni prima, aveva donato a sua moglie, Adelaide Ristori, un’attrice famosa dell’epoca.
Margherita, la domestica di casa, lo aspettava sul pianerottolo, pronta a prendere in consegna il paltò, il cappello e il bastone da passeggio, ormai divenuto indispensabile.
L’idea di uno sceneggiato RAI tratto dal suo romanzo più conosciuto, Le sorelle Materassi, gli aveva fatto piacere e aveva accettato di buon grado l’invito a Viale Mazzini per un incontro con il regista, ma l’intera mattinata passata nei corridoi della RAI, luci al neon e un viavai di segretarie, uscieri e funzionari lo aveva stancato parecchio.
La scelta di tre signore del teatro come Sarah Ferrati, Rina Morelli e Nora Ricci gli era sembrata perfetta, come anche quella del protagonista, un giovane al suo primo ruolo importante, gli era subito piaciuto quel bel ragazzo dallo sguardo un po’ sfrontato.
Aveva accettato di supervisionare la sceneggiatura, c’erano stati sorrisi e strette di mano, ma quel trambusto lo aveva stancato, e ora era felice di starsene nella sua casa quieta e silenziosa.
Il sole si rifletteva sul vetro molato delle ante di pesanti credenze intagliate che custodivano collezioni di piatti in ceramica e delicate porcellane.
Palazzeschi uscì sulla terrazza.
Gli era piaciuto trasformarne una parte in orto, coltivava ogni sorta di frutta, pesche, pere, albicocche. Una volta raccolse ottantadue pesche, lui e Margherita ne mangiarono per settimane!
La luce calda del primo pomeriggio si rifletteva sulle finestre della cupola di Sant’Andrea della Valle, era così vicina che sembrava di toccarla.
Non conosco il mondo, pensò lo scrittore, ma ho amato tanto le città dove ho vissuto. Di Firenze, dove era nato, gli sembrò di sentire l’odore, un misto di pelle e profumo da signora, del negozio di guanti del padre. Poi c’era stata Venezia, dove soggiornava per lunghi periodi, le tende bianche del Lido, il pavimento di San Marco, un merletto di marmo bianco.
A Roma era arrivato nel 1941, e non si era più mosso, aveva trovato la casa della vita.
Sfiorò con la mano un ramo di pesco carico di gemme. Chissà quante ne porta quest’anno, pensò.
Bibliografia
Aldo Palazzeschi, Le sorelle Materassi, Mondadori
Aldo Palazzeschi, Roma, Vallecchi