Thomas Mann e il primo incontro

Gli mancava il suo mare, quello di Travemünde, dalle acque gelide e agitate, a un certo punto gli sembrò quasi di sentirne l’odore, ma forse stava sognando.

Thomas Mann appoggiò la testa sul finestrino e chiuse gli occhi, mentre l’andatura del tram lo cullava dolcemente.

Erano ormai passati dieci anni da quando si era trasferito a Monaco di Baviera per frequentare l’Università, era rimasto per la gente cordiale e il clima molto più mite di quello della sua Lubecca. Con gli occhi chiusi rivide la città dov’era nato, la baia, i palazzi dall’eleganza austera, le carrozze e le persone che affollavano la Mengstrasse: al numero 4 sorgeva la casa che aveva fatto costruire suo padre. Poco distante da lì un’altra casa di famiglia, quella dei suoi nonni, un palazzo antico risalente al Settecento, con un frontone rococò dove campeggiava il motto Dominus providebit.

Gli mancava il suo mare, quello di Travemünde, dalle acque gelide e agitate, a un certo punto gli sembrò quasi di sentirne l’odore, ma forse stava sognando.

Un vociare concitato lo strappò dal suo torpore: il bigliettaio del tram stava apostrofando con tono aspro una giovinetta che voltava le spalle a Thomas.

Da dove era seduto capì solo che la ragazza sarebbe voluta scendere a una fermata non prevista e che il bigliettaio ne fosse contrariato. La ragazza, però, non si era lasciata intimidire dal tono severo dell’uomo e, anzi, rispondeva a tono, ben decisa a far valere le sue ragioni. Incuriosito, Thomas si alzò e si avvicinò lentamente per guardare la scena da vicino: la giovinetta era di corporatura minuta ma graziosa, la pelle del viso un po’ arrossata a causa dell’alterco sostenuto. Thomas la fissò, quel volto gli era familiare… a un tratto si ricordò: era la ragazza Pringsheim, figlia di uno degli uomini più ricchi di Monaco. In uno dei frequenti ricevimenti in casa Pringsheim Thomas aveva conosciuto i figli del padrone di casa, tre giovanotti e la ragazza, gli sembrò di ricordare che si chiamasse Katia…

Con uno scossone il tram si fermò, la ragazza scese in fretta e Thomas, senza quasi rendersene conto, le corse dietro, balzando giù dal tram già in movimento.

La giovane era ferma sul marciapiede e armeggiava con un ombrellino che non voleva aprirsi: quando alzò lo sguardo si trovò di fronte un giovane alto, piuttosto bello, che lei pensava di aver già visto e che, con un mezzo inchino, le stava dicendo: Signorina Katia, si ricorda di me?

Bibliografia:

Thomas Mann, Altezza reale, Garzanti

Thomas Mann, I Buddenbrook, Einaudi.

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Loredana Germani

È tra i fondatori della Scuola di scrittura creativa Genius. Dopo gli studi in Storia e Letteratura italiana, scrive diversi racconti autobiografici e articoli in cui descrive incontri con autori. Ha curato l’antologia di racconti A Roma San Giovanni e tiene la rubrica Vita da scrittore sulla rivista letteraria Dentro la lampada, nella quale narra opere e aneddoti di grandi personaggi letterari.

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