Natalia Ginzburg “on the beach”

La routine estiva di un'autrice amatissima.

Come ogni giorno, dopo aver fatto la spesa e preparato il pranzo per figli e nipoti Natalia, borsa in spalla e cappello di paglia, s’incamminava verso lo stabilimento balneare.
A quell’ora in spiaggia c’erano per lo più mamme, nonne e bambini, un tappeto sonoro di chiacchiere e richiami mentre, in sottofondo, la voce di Mina usciva da una radio a transistor.
Natalia, seduta sotto l’ombrellone, leggeva fumando le Stop, una dopo l’altra. Ogni tanto alzava gli occhi dal libro e intercettava lo sguardo di un conoscente cui scambiava un cenno di saluto, poi tornava a leggere e a fumare.
A mezzogiorno la riva pullulava di bambini, armati di ciambelle e braccioli, che coi loro giochi in acqua schizzavano le mamme vocianti, schierate sul bagnasciuga.
Natalia si alzava e, a passi lenti, si avviava verso il mare. Continuava a camminare dentro l’acqua senza esitazioni, poi, appena le onde lambivano ginocchia, restava lì, ferma in mezzo al mare.
Con il severo costume nero, i capelli corti e senza un filo di trucco, guardava l’orizzonte attraversato da strisce bianche di nuvole.
Ce n’era una che aveva la forma tonda di un paio d’occhiali, proprio come quelli che portava Leone, il suo primo marito di cui lei aveva conservato il cognome.
“Non penso mai ai morti perché non voglio soffrire” le aveva detto una volta Cesare Pavese, quasi a giustificarsi del fatto che non parlava mai dei loro comuni amici spazzati via da guerra, leggi razziali e vent’anni di fascismo.
Lei, invece, ci pensava spesso: i suoi morti le facevano compagnia, e quando scriveva sentiva su di sé il loro sguardo amorevole da cui si sentiva protetta.
Un lieve dolore al ginocchio le ricordò che era tempo di uscire dall’acqua: il tempo di asciugare le gambe al sole e poi sarebbe tornata a casa.
Cesare Garboli aveva promesso che sarebbe passato in serata e Natalia gli avrebbe fatto trovare qualcosa di buono.

 

Bibliografia:

Natalia Ginzburg, È stato così, Einaudi;
Natalia Ginzburg, Famiglia, Einaudi.

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Loredana Germani

È tra i fondatori della Scuola di scrittura creativa Genius. Dopo gli studi in Storia e Letteratura italiana, scrive diversi racconti autobiografici e articoli in cui descrive incontri con autori. Ha curato l’antologia di racconti A Roma San Giovanni e tiene la rubrica Vita da scrittore sulla rivista letteraria Dentro la lampada, nella quale narra opere e aneddoti di grandi personaggi letterari.

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