“Io ti amo, ti amo nonostante tutto e grazie a tutto, ti ho amato, ti amo e ti amerò, sia tu dura con me o gentile, mia o di un altro. Comunque, ti amerò. Amen.
È ridicolo scrivere queste cose, le sai da sola.
Qui avrei voglia di scrivere moltissimo. Mi sono appositamente lasciato un giorno per pensare con precisione. Ma questa mattina ho come l’insopportabile sensazione che per te tutto questo sia inutile. Soltanto il desiderio di mettere ordine tra i miei pensieri mi ha spinto a buttar giù queste righe. È poco probabile che un giorno tu legga quello che è stato scritto in queste pagine. È bene, quindi, che ne convenga per tempo. È una pena che nei giorni in cui volevo essere forte per te, persino al mattino si sia fatta sentire questa infinita sofferenza. Se non avrò il più completo controllo su me stesso – non mi metterò più a scrivere.
Di nuovo parliamo del mio amore. Della famigerata attività. Per me nell’amore si esaurisce forse tutto? Tutto, solo in un altro modo. L’amore è la vita, è la cosa principale. Dall’amore si dispiegano i versi, e le azioni, e tutto il resto.
L’amore è il cuore di tutte le cose. Se il cuore interrompe il suo lavoro, anche tutto il resto si atrofizza, diventa superfluo, inutile. Ma se funziona, non può non manifestarsi in ogni cosa”.
(Lettera indirizzata a Lilja Brick, scritta nel Febbraio 1923 e mai spedita).
Bibliografia:
V. Majakovskij, L’amore è il cuore di tutte le cose. Lettere 1915-1930, Mondadori;
V. Majakovskij, Ti bacio una due tre volte. Lettere 1915-1917, Archinto.