Prima di tutto bisogna chiedersi: ma da cosa dipende il blocco dello scrittore?
Forse dall’impossibilità di trovare il tempo di scrivere perché le nostre giornate sono piene di impegni? O la colpa è del computer che si è rotto, o della penna che ha finito l’inchiostro?
Sicuramente no, il blocco dello scrittore è una dinamica interna, riguarda la nostra dimensione non cosciente. Quindi, se siamo alla ricerca di uno strumento che “sblocchi il blocco”, per così dire, questo non può essere la Vitamina C o i raggi ultravioletti, dev’essere un rimedio che agisca a livello interiore.
I Tarocchi in tal senso si prestano a sbloccarci, perché sono immagini archetipiche, che stimolano gli archetipi del nostro inconscio e lo spingono a rivelarci il motivo del blocco: in un certo senso, quando peschiamo una carta, effettuiamo un gesto solo in apparenza casuale; in realtà, agiamo sotto la guida dell’inconscio che ci fa scegliere sempre la carta giusta.
Poi, da dove provenga questo potere dell’inconscio è un’altra storia. C’è chi sostiene che l’inconscio si alimenti da una dimensione atemporale, una specie di cloud da cui si scaricano contenuti.
A tal proposito, come illustre testimone letterario, citerei Jorge Luis Borges e la sua nota raccolta di racconti “Ficciones” o “Finzioni”, pubblicata nel 1941, che dimostra come dall’esperienza limitata di un sogno, che è un fenomeno inconscio, si possa percepire la vertigine dell’infinito. È un libro che vale la pena leggere, soprattutto nei momenti di blocco.