Dino Buzzati e la sposa bambina

“La mia contadinotta veneta”, la chiamava lui, quando la guardava con quegli occhi che avevano visto tutto.

Quando Almerina Antoniazzi l’aveva visto per la prima volta, a Milano, nei giardini di Piazza Cavour, l’aveva subito notato: lei era lì per un servizio fotografico, c’erano quaranta gradi all’ombra e lui era l’unico vestito con giacca, cravatta e scarpe stringate. Lui era Dino Buzzati e aveva cinquantatré anni, lei ne aveva diciannove e iniziava allora il suo lavoro di modella. Avevano cominciato a frequentarsi e poi, nel 1963, Buzzati aveva pubblicato Un amore. Quando Almerina lo aveva letto, lo aveva lasciato: il romanzo rivelava la storia, vera, che lo scrittore aveva avuto con una ballerina, una relazione tormentata che lo coinvolgeva ancora molto. Per tutta l’estate Buzzati e Almerina non si erano più visti poi, a ottobre lei lo aveva cercato e aveva trovato un uomo diverso, ormai libero da quel legame e pronto a vivere un nuovo amore.

La loro vita insieme aveva avuto inizio, lei lo seguiva nei suoi viaggi da inviato del “Corriere della sera”, e non le importava nulla se alle feste o alle serate di gala non veniva invitata perché non erano sposati. Il matrimonio poi era arrivato, Buzzati le aveva scritto una lettera in cui le chiedeva di sposarlo, e lei l’aveva nascosta nella fodera di una vecchia poltrona perché sua madre non la trovasse.

Da sposati, la loro vita era rimasta quella di prima: i viaggi insieme e le serate in casa, lui scriveva, lei ricamava o leggeva seduta sul divano. Anzi, no, qualcosa era cambiato: adesso che era la signora Buzzati veniva invitata a feste e serate mondane, dove lei si presentava in minigonna, scandalizzando i perbenisti presenti. “La mia contadinotta veneta”, la chiamava lui, quando la guardava con quegli occhi che avevano visto tutto. “La sposa bambina” la chiamavano gli altri, ma a lei non importava e neppure a Buzzati, anche se lui la mattina, a colazione, tirava via la pagina del giornale per non farle leggere quel che scriveva, soprattutto i pezzi di “nera”, era il suo modo per proteggerla dai suoi lati più oscuri, per respirare un po’ d’aria fresca, per ridere insieme di qualcosa e non avere più paura di morire.

Bibliografia:

Dino Buzzati, Un amore, Mondadori

Dino Buzzati, La boutique del mistero, Mondadori.

Condividi su Facebook

Loredana Germani

È tra i fondatori della Scuola di scrittura creativa Genius. Dopo gli studi in Storia e Letteratura italiana, scrive diversi racconti autobiografici e articoli in cui descrive incontri con autori. Ha curato l’antologia di racconti A Roma San Giovanni e tiene la rubrica Vita da scrittore sulla rivista letteraria Dentro la lampada, nella quale narra opere e aneddoti di grandi personaggi letterari.

Tag

Potrebbe piacerti anche...

Dentro la lampada

Zio Alberto

Cosetta incontra inaspettatamente un lontano parente che aveva conosciuto solo nei racconti dei suoi familiari.

Leggi Tutto
Apri la chat
Dubbi? Chatta con noi
Ciao! Scrivimi un messaggio per dirmi come posso aiutarti :)