Matilde Serao e il Duce

“Io sono una vecchia signora, lui è un giovane. Io non mi alzo”.

Durante un pranzo ufficiale al Gran Hotel di Roma, cui sono presenti Mussolini e parecchi “uomini politici e rappresentativi”, Matilde Serao, la prima donna in Italia a dirigere un giornale, si accorge che si è fatto il vuoto attorno, la stanno isolando. Persino i personaggi cui ha accordato la sua amicizia le girano al largo pur di non compromettersi anche solo con un saluto. La direttrice del “Giorno” ha subito da poco un’incursione squadrista nei suoi locali e si diverte nella rubrica che cura, il Paravento, a prendere in giro alcuni aspetti comici del regime.

Mussolini indossa il tight che porta abitualmente nelle cerimonie ufficiali, la feluca e il collare di appartenenza all’ordine supremo dell’Annunziata, titolo di cui è appena stato insignito. Mentre gli ospiti s’intrattengono in un salone, Matilde Serao avverte d’essere sotto osservazione, Mussolini da lontano la fissa con insistenza. Qualcuno si avvicina, la prega di alzarsi insieme agli altri nell’eventualità che il Capo del Governo attraversi la sala. Al che Serao, affondata nella poltrona con la sua larga mole, risponde: “Io sono una vecchia signora, lui è un giovane. Io non mi alzo”.

Mussolini arrivato già all’ingresso della sala da pranzo gira sui tacchi in uno dei suoi gesti risoluti, repentino si dirige verso di lei. Serao colta di sorpresa arrossisce. Sensibile sempre all’omaggio dei potenti, si alza. Mussolini le rivolge diretto la parola: “Signora Serao perché siete antimussoliniana?”

Con un tono quasi “commosso e insolente insieme” Serao risponde: “Eccellenza Mussolini, io non sono antimussoliniana, sono antifascista”.

“Con una luce di umiltà negli occhi” Mussolini s’intrattiene con lei qualche minuto, stanno appartati in un angolo. Quando lascia il salotto, coloro che l’hanno sfuggita sono i primi a renderle omaggio e a riverirla.

Una splendida corbeille di fiori mandata a nome di Mussolini finisce per conquistarla. Dopo il delitto Matteotti accorre a Roma, confidando ai familiari: “vado a trovare mio figlio Benito”. È il primo personaggio non politico che il Primo Ministro riceve. Dopo qualche settimana ritorna a Roma portando in dono a Mussolini un grande amuleto, un corno di corallo rosso con fregi in oro.

La simpatia di Serao per il personaggio Mussolini non è destinata a durare a lungo. Il regime le preferisce Grazia Deledda, sostenuta apertamente nella candidatura al Nobel. Matilde Serao ha da poco pubblicato il libro antimilitarista Mors Tua, in chiaro contrasto con i sentimenti guerrafondai di Mussolini, che così va dicendo: “È una mala azione che Matilde Serao mi ha fatto”.

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