William Dean Howells, vicedirettore della rivista “Atlantic Monthly”, s’intrattiene a chiacchierare piacevolmente con lo scrittore seduto di fronte che ha chiesto di vederlo, descritto con le mani piccole e leste, la folta cresta di capelli rossi e con indosso “una giacca di foca con la pelliccia rivoltata all’esterno”. È Samuel Langhorne Clemens, autore di Gli Innocenti all’Estero, un arguto resoconto di viaggio accolto favorevolmente da pubblico e critica, pubblicato quattro mesi prima con lo pseudonimo Mark Twain, tratto dal gergo utilizzato dai marinai fluviali per segnalare le profondità di sicurezza delle acque, fatto proprio durante l’esercizio della professione di pilota di battelli sul Mississippi, dopo aver ottenuto regolare licenza. Mark Twain ha bussato alla porta dell’ufficio al numero 124 di Tremont Street in Boston per ringraziare Howells. Il recensore ne ha elogiato infatti il talento comico e l’arguzia, l’uso del dialetto, e lo ha annoverato fra i migliori scrittori umoristici della California.
Per cercare ispirazione, Twain si è assunto il compito di inviato del giornale “Alta California” e ha accompagnato un gruppo di pellegrini americani in Terra Santa sulla nave Quacker City, toccando le mete di maggiore interesse turistico in Europa. Volendo riferire il suo piacere nel leggere la recensione lusinghiera delle cronache di viaggio, nella quale Howells gli riconosce “un’attenzione per la natura umana allo stato puro quale difficilmente si riscontra in letteratura”, Twain senza alcuna reticenza e con la disinvoltura del suo stile schietto e diretto, si lascia sfuggire una battuta, che imbarazza parecchio Howells, sul sollievo provato “simile a quello di una madre che ha dato la luce un bambino di pelle bianca quando tutto le faceva temere che sarebbe nato mulatto”.
Nel momento in cui si congedano con una stretta di mano, Howells avverte chiaramente che Twain non ama il contatto fisico. L’incontro è però all’origine di una particolare intesa e di una lunga amicizia, la loro corrispondenza assume un ritmo regolare, si scambiano più di seicento lettere, tutte conservate. Twain si reca frequentemente a far visita a Howells, si trattengono fino a tarda ora in biblioteca dove Twain passeggia raccontando storie e fa incetta di aneddoti gustosi offerti dall’amico. Fumando sigari e bevendo a volontà, discorrono di libri e di letteratura, organizzano incontri, si perdono in chiacchiere e pettegolezzi e programmano viaggi che non faranno mai.