Dove ci conduce l’amore? E l’ossessione amorosa, un desiderio che si autoalimenta con l’ambivalente attenzione e al contempo rifiuto dell’amato può accompagnarci attraverso la vita? E ancora, l’ossessione amorosa può definirsi amore oppure rientra nell’elenco non codificato delle patologie?
Scott Spencer, l’autore di Un amore senza fine, ritorna su una tematica che gli è cara, quella appunto dell’ossessione amorosa, senza confini e priva di limiti, che brucia la pelle e la vita del protagonista, Cristopher detto Kip. Il libro inizia con la dolorosa e traumatica attesa di un verdetto. Kip da sempre ama l’amico e compagno di college Thaddeus, che sogna di fare lo scrittore e ha imbastito una sorta di semiperfetta famiglia americana, un matrimonio e due figli, una passione per le case antiche e costose del New England a fare da sottofondo alla realizzazione delle sue ambizioni. Ovviamente Thaddeus non sa nulla della passione bruciante dell’amico fraterno, che, da parte sua si circonda di donne bellissime e interessanti per nascondere la sua omosessualità al mondo. Ma come fa Thaddeus a non capire il desiderio di Kip? Davvero la partecipazione e la sollecitudine, anche economica, ad accorrere ogni volta che viene richiesto il suo aiuto non sono una bandiera che Thaddeus dovrebbe vedere? Comunque, l’ambizione letteraria di Thaddeus si è arenata, la sua famiglia scricchiola, la paternità della seconda figlia è dubbia, i debiti rischiano di mandarlo in bancarotta e la moglie, adorata e venerata, lo trova pedante e appiccicoso. Solo l’amicizia con Kip rimane salda, attraverso il tempo e il rifiuto dei manoscritti e il desiderio di farsi amare dalla famiglia di origine, ebrei fuggiti da un’Europa ostile, che non riescono a perdonare al figlio di essere rimasto vivo e gioioso dopo la morte in culla della sorellina. In realtà Thaddeus è geloso di Kip e dei suoi successi lavorativi in alta finanza, mentre lui si arrabatta tra debiti scolastici e manie di grandezza, perché rinunciare alla casa significa abdicare al grande Sogno Americano del Successo. Il vero protagonista, oltre le voci narranti dei personaggi, sono le delusioni e le maschere con le quali si proteggono, le loro crepe nascoste sotto un apparente autocontrollo. L’avidità di Thaddeus sarà l’ultima molla, quella che restituirà a Kip il coraggio, o forse la follia, di vedere dentro le oscurità della propria ossessione infinita. Per Kip Thaddeus, e il suo corpo non più giovane, ingrassato, rappresenta la felicità, la soddisfazione più intensa di ogni desiderio.
E Kip invece cosa significa per Thaddeus, oltre a essere l’amico sempre presente, un perfetto baby-sitter, un confidente e talvolta un finanziatore? Il gioco del potere è quello che regola i dolorosi rapporti degli amori non corrisposti e mette in luce, talvolta, la mancanza di innocenza dell’oggetto d’amore. L’amore non corrisposto è un oceano senza sponde, un urlo disgregato che non ascolta nessuno mentre cerchi di tenerti a galla, gli occhi che bruciano per l’acqua salata, bramando aria, un luogo emotivo meno instabile.
Alle mie sorelle, ai miei amici, alla Corte, a ogni singola persona che è sola, con il cuore spezzato, resa folle dai ricordi, pilotata dal desiderio, emarginata, non fate quello che ho fatto io. Concedete al vostro amore non corrisposto sei mesi per raggiungere l’universo del reale; se a quel punto non è arrivato non arriverà mai. Quella donna non sente quello che sentite voi, quell’uomo non vi ricambia, e vi state distruggendo. Confessate la verità e voltate pagina, e se non potete confessare i vostri sentimenti allora uccideteli.
Gli esseri umani sono progettati per assorbire immense quantità di dolore.