Il kit del gelato fai-da-te ti viene consegnato a casa da un non morto in mascherina e guanti di lattice. Sei in quarantena. Ti viene lasciato sul pianerottolo, hai pagato con pay-pal perché non puoi toccare nulla, il virus è ovunque. Il kit consiste in una paletta, tre banane troppo mature quasi nere, un po’ di zucchero e il latte. Non puoi uscire per un mese, non sai cosa accade fuori, il virus non trasforma in zombie, distrugge il sistema sanitario, fa crollare il mondo. Quindi paura e senso civico fanno il resto. Devi stare a casa. Il tuo antidoto è il gelato fai-da-te; quello è fresco, ti ritempra e ti rigenera. Versi il latte con attenzione, poco, poi a pioggia lo zucchero, scaldi, poi lo fai raffreddare e lo ficchi nella siringa. Le banane sembrano uscite da un film di Romero, nere e purulente, dolcissime e mature direi io. Quindi diffida di quelle verdi e asprigne.
Fuori è grigio, un po’ di non morti irrispettosi delle regole boccheggiano in strada. Ma tu hai il kit. Spruzzi il liquido della siringa nel cilindro di metallo in dotazione, sbucci le banane, poltiglia nera di zucchero e fibre. Frulli tutto molto piano per non farti sentire e chiudi in freezer. Agiti dopo un’oretta e poi avanti così finché non ti convince. Hai fatto il tuo antidoto.
Nessuno ti ha sentito quindi sei fortunato e non ti verranno a cercare. Prima di mangiarlo però ti stropicci gli occhi, senti la tua pelle. Non dovresti. Ti accorgi che hai il guanto in lattice della mano sinistra lacerato alla base del palmo. Devi essertelo rotto prendendo il kit fuori dalla porta. Il kit su cui di certo è annidato il virus.
Speriamo solo il gelato funzioni.