Dialoghetto didattico sul Manzoni e i Promessi sposi

A scuola lo feci malissimo, dicevo, il Manzoni, I promessi sposi… Lo feci tutto sul Bignami, pensate, mai letta mezza pagina originale

“No, guardi, non mi parlate di Manzoni e dei Promessi sposi, per carità, ho già dato…”.

“Perché mai? È un grande scrittore, Manzoni, l’unico vero romanziere che abbiamo avuto, prima di Verga…”

“Beh, se la vuole sapere tutta, io non reggo manco il Verga, anche se per motivi diversi! Ma Manzoni, Manzoni poi mi dà l’orticaria… Sarà che a scuola me l’hanno fatto odiare, me l’hanno rovinato per sempre!… Con tutte quelle note infinite, quei commenti su ogni starnuto…”

“Certo, certo, questo lo capisco, ma ne sono passati di anni dalla scuola mi pare di capire dal suo aspetto non proprio di primo pelo, da quella magnifica chierica che le brilla sul capo, e dopo?, o forse il suo immaginario, caro lei, il suo sviluppo intellettuale si è fermato allora!?”

“La prossima battuta le ammollo un pugno in faccia! Si regoli! Ci sono tutti questi signori testimoni, avete sentito, eh? Se continua a fare dello spirito questo signore, si becca un pugno! Non scherzo!”

“Lo ha letto dopo la scuola, venga al punto!”

“Lei chi è?”

“Passavo di qua, perché non si può…cos’è non si può più-”

“Sì, va bene, ci ho provato!… Ma mi pare pallosissimo!… Troppo edificante con la sua provvidenza, il suo cattolicesimo così invadente-”

“Ah, ecco, dunque è questo il punto! Non regge il cristianesimo- Il romanzo filosofico cristiano che è imbozzolato dentro la vicenda… poteva dirlo subito!”

“Sì, proprio così, però cominci a parlare come mangia! La smetta di fare il saccente!, il professore- Imbozzolato! Che termine da fighetto!”

“Io parlo come cazzo mi pare!”

“Ahio, ma lei è pazzo!

“Ch’è successo?”

“Mi ha dato uno schiaffo, questo stronzo, l’avete visto?”

“Lasciamolo parlare!”

“Non sopporto quella intenzione del Manzoni di elevarti spiritualmente, moralmente… Io quando leggo non voglio qualcuno che cerchi di migliorarmi o di istruirmi… Voglio uno che mi racconti una storia, punto, senza moraleggiare, senza intenti didattici, come faceva Stendhal come faceva Scott nello stesso periodo…”

“Vuole che qualcuno le racconti una storia, ma che bravo, ma come è diligente, lei, questo cerca lei dalla letteratura!, dal romanzo,  la storia, lo storytelling! Vuole lo storytelling, il pupone- “

“Ma taccia e ascolti – anzi ascoltate tutti, anche lei, laggiù che ride, che cosa cazzo ride?”

“No, niente, scusate, mi faceva ridere il pupone… e comunque moderi il tono! Io neppure la conosco-”

“Ascoltate questo breve passaggio di Benedetto Croce sul Manzoni, forse magari ci ripensate: Piuttosto, sarà da soggiungere qualcosa sul sentimento cattolico del Manzoni: – scrive il Croce, caro lei, non un fesso qualunque, – cioè che esso risponde a una concezione morale della vita quale anche un non cattolico ma di alto animo fa sua. E forse in ciò è la vera origine della diffidenza che la Chiesa cattolica ebbe verso il Manzoni, nel quale non trovava nessuno dei motivi che servivano alla sua politica.”

“Che palle, quanto dura!”

“Faccia silenzio, imbecille!”

“Ma chi è questo che sta a legge’? nun ho capito?”

“Te credo, sei arrivato adesso!”

Silenzio! Della qual cosa – continua il Croce, che forse qualcuno di voi conoscerà, Benedetto Croce, ecco chi stavo a legge’, perdio, un grande filosofo. – si avvide presto Carlo Cattaneo, che disse che la Chiesa cattolica assai volentieri avrebbe bruciato sul rogo Alessandro Manzoni E anche di recente abbiamo udito borbottare contro il Manzoni, poco cattolico, che nel suo romanzo aveva messo insieme una monaca incestuosa, un frate omicida, e un parroco vigliacco, e si era mantenuto tacitamente giansenista in tutta la sua vita. Il vero è che precipuo pregio dei Promessi Sposi è la sincerità, sempre rigorosamente osservata dal suo autore, che non mostrò di farsene un vanto e la praticò con semplicità di movimenti..

“Certo, non pretendo di saperne più di Croce, però sarò libero di preferire una concezione completamente “laica” oppure no?, come Stendhal, come Goethe nello stesso tempo, come-”

“Ok, d’accordo, lo sappiamo che ha studiato, allora parliamo della storia. La storia, l’intreccio, dei Promessi sposi è appassionante, questo non può negarlo, non potete negarlo… Succedono un sacco di cose, c’è movimento, azione… E i personaggi!… Non avrete da ridire pure sulla caratterizzazione dei personaggi!?”

“Beh, io Renzo e Lucia li sento troppo passivi… Lucia poi è una piagnona, una fifona, un’insopportabile santarellina!”

“Ma come! Ma lei è un fesso!, se lo lasci dire!”

“Non sono disposto ad accettare altri insulti! In tasca ho un coltellino a serramanico che all’occasione…

“Sta minacciando?”

“Nessun altro romanziere italiano prima di lui e pochissimi dopo di lui, caro lei, cari voi, hanno raggiunto questi risultati di perfezione realistica…

“D’accordo ma metta via quel coltello!”

“Ok, comunque i personaggi del Manzoni sono buoni e cattivi nello stesso tempo, cambiano nel corso della storia, e badate bene, personaggi sia maschili che femminili – Don Abbondio, Lucia, Renzo, Agnese, Fra Cristoforo, la monaca di Monza ecc. – che sono rimasti impressi a caratteri di fuoco nel nostro immaginario, anche nel suo sa?, che lei ne sia cosciente o meno, che le piaccia o no…”

“Sì ma quante descrizioni!… E poi quell’inizio così faticoso che ti elenca tutte le leggi e le leggine del 600, solo per dirti che i bravi erano dei grossissimi figli di puttana… e che lui ha tanto studiato la Storia prima di scrivere… ma a noi che ce ne frega!”

“Beh, ma allora vede che si ricorda…”

“Guardi, io sto parlando con il signore, non con lei…”

“Ormai è un dibattito pubblico con ogni evidenza, guardi, s’è riempito tutto il marciapiedi!”

“Ma lei lo ha riletto dopo la scuola, ancora non ha risposto!”

“Ma sì, l’ho letto, l’ho riletto… Ogni tanto ci sono tornato su, per aiutare mio figlio a scuola… E vi giuro che ogni volta mi rompevo le palle perfino più di lui!”

“Temo che lei non sia stato un buon maestro per suo figlio allora, almeno riguardo al Manzoni!”

“Non mi sono mai sognato di fargli minimamente percepire il mio disappunto e la mia siderale distanza da quello scrittore lì… di dirgli che sono ben altri i libri che mi hanno formato, entusiasmato… Stendhal, per esempio….”

“E la smetta di fare il dottorino, con questo cazzo di Stendhal, stiamo in Italia!”

“Ah, ho capito, lei è un sovranista del cazzo!”

“Ecco l’idiota!”

“Io invece ho fatto un’esperienza diversa.”

“Lei chi è, che ce ne frega della sua opinione!”

“Ma stia zitto! Parlo quanto voglio! A scuola lo feci malissimo, dicevo, il Manzoni, I promessi sposi… Lo feci tutto sul Bignami, pensate, mai letta mezza pagina originale…

“Ma bravo! Un vero genio! Un vero esempio da…”

“Poi però, dopo, sui trent’anni, me ne sono comprata un’edizione economica Garzanti, sapete, quella verde classica, cartonata (che custodisco gelosamente), e me lo sono riletto tutto senza note, senza commenti, senza illustrazioni, senza un bel cazzo di niente, il testo e basta, come fosse un romanzo di oggi…”

“Sticazzi!”

“E l’ho trovato splendido, che vi devo dire!”

“sticazzi! Sticazzi!”

“Vuole che glielo dica, lei è uno-“

“Un coltello, aiuto, metta via quel coltello, polizia!”

Fine

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Andrea Carraro

Andrea Carraro, scrittore, nasce a Roma. Se avesse ricevuto un euro ogni volta che sui media hanno usato il termine “il branco” per parlare di uno stupro di gruppo, citando il titolo del suo romanzo più noto, oggi sarebbe ricco. Invece è “solo” uno scrittore tra i più bravi. Romanziere, autore di racconti e di poesie, nasce a Roma nel 1959. Ha pubblicato i romanzi: A denti stretti (Gremese, 1990), Il branco (Theoria, 1994), diventato un film di Marco Risi, L’erba cattiva (Giunti, 1996), La ragione del più forte (Feltrinelli, 1999), Non c’è più tempo (Rizzoli, 2002) (Premio Mondello), Il sorcio (Gaffi, 2007), Come fratelli (Melville, 2013), Sacrificio (Castelvecchi, 2017) e le poesie narrative Questioni private (Marco Saya, 2013). Ha pubblicato anche due raccolte di racconti, confluite nel volume Tutti i racconti (Melville, 2017). I suoi giudizi critici, sensibili ma affilati quando serve, lo rendono un lettore del cui parere fidarsi con tranquillità.

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