Musica per cui essere uccisi. O salvati.
La solitudine monta come albume, è sottile, impalpabile ferma sul cuore fino a ghiacciarlo e tu non sai bene come reagire. Le provi tutte pensi che forse poi la vita non vale la pena viverla pensi che non avrai mai voce per dare un suono alle parole. Poi la mano divina. Le parole arrivano come fulmini, schizzano veloci, è un’iniezione di adrenalina, una voce nasale, le pupille si dilatano la bocca asciutta mostra i denti la paura sfuma in un fiume di rabbia che rompe la diga del silenzio. Il volume si alza. Sei salvo. E’ Marshall Mathers, Eminem, Slim Shady: il Dio del Rap uno e trino è arrivato per salvarti. E’ in circolo. Quando rima Eminem il sangue reagisce, la pelle vibra, il pensiero si acquieta. A me accade dal 1999.
L’abisso da cui lui è uscito attraverso la musica è una fossa comune, il messaggio che ogni sua rima sprizza sulle basi arriva a chi lo ascolta tirandolo su dal buio. Trasformarlo è impossibile, le sue tre personalità condensano sofferenza, perfezione stilistica e ironia caustica da 20 anni e l’ultimo album “Music to be murdered by” appena uscito è la prova che nel tempo la qualità può restare a livelli irraggiungibili. Come il gelato al Palazzo del Freddo, che dopo 140 anni resta il gelato per eccellenza, gelato per cui essere uccisi.
Foto di copertina di Mika-photography