Come è fatto il lupo

I mostri non sono solo quelli con le zanne: questo flusso di coscienza segue la voce narrante fra le grinfie di una persona fidata.

Qui l’orizzonte è affamato di mare e di strade morbide che le vie di questa città sono aride di pavé duro Chi l’ha deciso Non la mia bicicletta che ha l’orrore delle fessure e di precipitare Anche da bambina odiavo lo spazio tra le cose non capivo il senso di quei tagli in cui la materia decide di non crescere Le fessure nel legno della pergola con le schegge che ti si infilavano sottopelle e del cemento in cui inciampavano le corse d’estate o della terra secca in giardino in cui le corrierine facevano le tane Certe infanzie corrono sul bordo di fessure spalancate finché all’improvviso ci piombano dentro Scopri qualcosa che proprio non immaginavi e che apre un divario tra te e il tempo sacro dell’infanzia impossibile da colmare Mia cugina ha la vagina Lo so perché l’ho vista pisciare in giardino quando giochiamo e lei non ha voglia di tornare a casa per pisciare che non abbiamo tempo da perdere allora si tira giù le mutande dietro la casetta degli attrezzi e fa la pipì dalla vagina che lei ce l’ha la vagina con quella fessura nel mezzo Io non ce l’ho la vagina A me mi è cresciuto altro Nessuna fessura là sotto Maledetto pavé che la bicicletta sobbalza e il cestino aggrappato al manubrio s’imbizzarrisce a maggior ragione se è vuoto porta questo cestino alla nonna ma stai attenta al lupo Cappuccetto Rosso C’era un sentiero per arrivare alla Spiaggia degli Operai un sentiero stretto sull’orlo della laguna Da una parte i campi e dall’altra la barena con le capanne dei pescatori Il troso di terra battuta e erbe alte che mi arrivavano alle spalle era stretto e noi bambini camminavamo in fila dietro al nonno e le gambe diventavano rosse che le erbe ti frustavano stai attenta al bosco Cappuccetto e non ti potevi fermare o i tafani si attaccavano alla pelle e ti ciucciavano  via tutto il sangue e diventavi un zombi che mio cugino Marco diceva che erano come quelli del video di Maicol Giacson che camminavano tutti storti Mia cugina aveva le gambe secche ma no era un zombi aveva le gambe magre e basta con le righe blu delle vene che si vedevano come i fiumi sulla cartina geografica ma non erano fiumi erano righe piccole come canalette Beata lei A Lei le tavanee non le si attaccavano Ai tafani non piacciono le bambine con le gambe secche e con la vagina Io non ho la vagina Non ce l’ho sono sicura perché quando mi siedo a pisciare e guardo giù vedo solo  la mia pancia che fa come due ciambelle e la pipì mi esce dalla seconda ciambella quella più grande e  si vede proprio benissimo Io non ho la vagina Alle tavanee piacciono le bambine con due pance e nessuna vagina Sono l’ultima della fila gli altri camminano svelti io no che le gambe mi si russano tra loro e diventano rosse a forza di sfregarsi Cammina veloce Cappuccetto quando sei sul sentiero Mio nonno alla svolta dell’argine tutte le volte si ferma e mi aspetta ma lo vedo che i miei cugini sbuffano e lasciano cadere le borse in terra che se stai fermo devi avercele libere le mani per darti gli schiaffi sennò i tafani ti succhiano tutto il sangue e ti passano la malattia delle tavanee che ti gratti e ti vengono le croste Non ho mai pensato da piccola di andare alla Spiaggia degli Operai in bicicletta perché da bambina non ci pensavo al pericolo In bicicletta avrei potuto correre più veloce e scappare dagli attacchi dei tafani Ma non ci ho mai pensato da piccola a scappare Cappuccetto attenta al sentiero è stretto e può arrivare il lupo La Spiaggia degli Operai non aveva la sabbia era uno spiazzo di melma secca della laguna, compatta come il pavé di sasso C’era il mare salso della barena con la vista sul Petrolchimico di Marghera Mio nonno faceva l’operaio a Marghera e noialtri ci possiamo venire alla Spiaia dei Operai diceva gabbiamo diritto de stare qua a ciapare il sole Mio nonno ha sempre ragione Ci fa posare le borse e stendere bene i sugamani par terra Poi tutti a cercare vongole Vardare bene le fontanelle che pisciano fuori dai buchetti della sabbia dice il nonno Ogni volta che vedi una fontanella ti cucci par tera e scavi col dito Cappuccetto non fermarti a raccogliere i fiori che se ti vede il lupo Quando mia cugina si cuciava a catàre le cape un po’ si vedeva che aveva la vagina a me si vedeva che avevo solo i due sacchetti di pancia davanti e niente vagina. Ma ero brava a catare le vongole Quando vedi pisciare la melma corri veloce gratti e scavi e trovi la capa e la butti nel secchio che il nonno ci ha messo l’acqua salsa così stanno vive e mia nonna stasera ci fa la pasta per tutti che nel cestino per la nonna ci ho messo le cape sante un chilo di pasta il prezzemolo il sale Il Mare degli Operai è salato ma non come gli altri dice il nonno perché l’acqua matta de laguna smissia insieme l’acqua de mare e quella de fiume Ma anche se non è proprio mare è profonda lo stesso Io ho paura dell’acqua fonda perché non so nuotare Stai vicino alla strada grande Cappuccetto perché nel profondo del bosco potresti incontrare il lupo Io sto sempre nell’acqua bassa e i miei cugini invece vanno a nuotare dove non si tocca Io resto dove l’acqua arriva sopra la pancia e sotto le tettine  Anche mio nonno sta nell’acqua alta per non perdere de ocio i picoli Al suo amico che è un vecchio come lui gli dice di guardarmi che io non so nuotare L’acqua della laguna è torbia e non sai bene cosa succede là sotto Qualche volta i pesci passano in mezzo alle gambe e ti prende lo spavento Cappuccetto stai sempre attenta che il lupo può sorprenderti all’improvviso Va bene ma come è fatto il lupo mamma? L’amico del nonno si avvicina Se vuoi ti insegno a nuotare mi fa No grazie non voglio ho paura Guarda i tuoi cugini non ti piacerebbe giocare nell’acqua con loro Dai ti insegno così la prossima volta non resti qua da sola Mi prende per mano e mi porta dove l’acqua è più alta Stai attenta Cappuccetto che il Lupo è furbo e conosce bene il bosco No più alta de qua gli dico e faccio segno sopra le tettine Mi fa sì con la testa e intanto mi tira il braccio e  facciamo ancora due passi dentro al cespuglio delle piante col pennacchio che crescono nell’acqua Coi miei cugini andiamo sempre là dietro quando vogliamo mangiare tutto il sacchetto di caramelle senza che il nonno ci veda che le canne e i pennacchi sono fitti e là non ti trova nessuno L’acqua mi arriva sotto il petto Vedi che ci siamo fermati quando l’acqua arriva qua mi dice l’amico del nonno e mi mette una mano sulle tettine  La sua mano mi copre tutto il petto è calda bollente Scotta Mi tiro indietro Hai paura mi fa Sì dell’acqua ho tanta paura perché mi annego Voglio tornare a riva qua è troppo alta Attaccati a me dice e mi mette un braccio intorno alla vita come un salvagente È più alto del nonno e più grosso Ha tanti peli sul petto tutti bianchi e mescolati La pelle è nera cotta dal sole e rugosa Gli occhi sono piccoli e distanti e ha le ciglia coi peli lunghi che scendono come frange e i capelli bagnati tutti tirati indietro Mi porta con lui nell’acqua alta Aspetta signore fermati voglio tornare alla spiaggia Va bene vai mi dice e mi lascia andare L’acqua mi arriva al naso annaspo e mi aggrappo alle sue spalle  L’amico del nonno mi passa il braccio intorno alla pancia e mi tira verso di lui  Sento il ruvido dei suoi peli contro la schiena Visto che ti tengo non devi aver paura hai paura Mi tiene appoggiata tutta sul suo petto Sì dell’acqua alta ho paura che mi annego Non ti mollo apri le gambe così galleggi meglio Lo vedi che ti tengo non ti mollo mica e poi è stato tuo nonno a dirmi di insegnarti a nuotare A me non me lo ha detto che mi insegnavi a nuotare Perché non voleva farti paura Insegnale a nuotare mi ha detto E io ti insegno vedi Apri le gambe ti tengo forte Lo senti che ti tengo Stringe il braccio intorno al mio petto che quasi mi cava il fiato Ti tengo apri le gambe Di sicuro non scivolo Apro le gambe Galleggiano sopra l’acqua galleggiano vedo i miei piedi e tutte le dita e le unghie che luccicano al sole come conchiglie e una è nera perché mio fratello mi ci ha fatto cadere il fermaporte di vetro di Muran che la nonna ci tiene tanto Vedo le caviglie e le ginocchia spuntano dall’acqua come due isole di laguna e le cosce che un po’ si vedono i brufoletti e il rosso in mezzo alle gambe che si sfregano quando cammino e mia cugina no che ha le gambe secche Mia cugina ha la vagina Io no L’amico del nonno molla un po’ la presa intorno alla vita e mi sento mancare il sostegno mamma mamma  muovo le braccia apro la bocca e mi entra l’acqua salata  e comincio a tossire Lui ride forte e subito mi riprende stretta Per tenermi meglio mi mette anche una mano in mezzo alle gambe per non farti annegare dice Ha le dita grandi e ruvide E nel prendermi là sotto il costume si è spostato Te lo metto a posto io stai tranquilla tieni aperte le gambe Le dita vanno proprio là sotto dove mia cugina ha la fessura della pipì e io no Cappucceto stai attenta Lui ci mette tanto tempo a sistemare le mutandine tanto tempo e tocca l’elastico e lo tira su e poi sistema la stoffa in mezzo alle gambe che si è infilata da qualche parte ma guarda dove si è infilata stai tranquilla la sistemo io tu tieni aperte le gambe e poi con le dita trova la fessura Ma guarda dove si è infilato e ci passa dentro le dita Là sotto c’è una fessura La sfiora La apre Là sotto ho una fessura e lui ci passa dentro le dita Stacco la schiena dal suo petto Là sotto c’è la fessura Ho la vagina Sento lo spazio dell’acqua profonda che si è aperto tra me e l’amico del nonno Ho la vagina Faccio mulinello con le braccia per non cadere Anche io ho la vagina Lui mi riprende e con uno strattone mi riporta contro il suo petto. Tra le canne vedo la spiaggia lontana Sento il suo petto premere contro la mia schiena e la sua pancia grossa che si gonfia e mi spinge verso terra mentre il braccio mi trattiene Che pancia grande che hai Per appoggiarti meglio L’acqua di laguna è torbia e non li vedi i pesci che ti passano in mezzo alle gambe Allargale di più così brava bambina che ti insegno io a nuotare Lo vedi come galleggi L’acqua di laguna è torbia e non vedo come galleggio sento solo la sua mano che si infila di nuovo tra le mie gambe Che mani grandi che hai È per tenerti meglio e che dita lunghe e pelose che hai L’amico del nonno infila la mano dentro il costume verde con i fiori azzurri e gialli che strano vedere un prato dentro l’acqua Il prato si muove sotto la sua mano finché le dita trovano di nuovo la fessura Le mie gambe danno un colpo secco nell’acqua Voglio tornare alla spiaggia Stai ferma altrimenti ti mollo e anneghi Mi tiene stretta mentre le dita aprono la fessura Si muovono lungo il taglio Ho la vagina Con due dita stringe una parte morbida e la massaggia Spinge il pollice grosso e ruvido su quel piccolo mollusco e fa scivolare le altre dita più giù in fondo al taglio Voglio tornare alla spiaggia C’è un buco là sotto e lui lo sfiora con l’unghia due tre volte e poi ci infila il dito in fondo fa male Ho la vagina Fa male Voglio tornare alla spiaggia Muovo le gambe lui affonda gli artigli nella mia carne e mi spinge la vagina indietro contro di lui Se ti lascio andare anneghi lo sai vero Fermo le gambe Lui infila un altro dito dentro il buco Respira forte e mi soffia sui capelli Le unghie scavano dentro Fa male Voglio tornare alla spiaggia Provo a chiudere le gambe e lui serra più stretto il braccio intorno alla mia vita Non respiro Riapro le gambe e spingo la testa indietro per riprendere fiato La sua faccia mi è addosso tengo gli occhi spalancati indietro verso l’acqua alta nonno dove sei Vedo solo la testa dell’amico del nonno grande e pelosa Che occhi neri che hai è per farti sprofondare meglio e che faccia grande e pelosa che hai è per nasconderti da tutti e che bocca grande e che lingua bavosa che hai è per gustarti meglio Sento la sua lingua entrare dentro il mio orecchio Corri cappuccetto corri Corro con le gambe nell’acqua e annaspo piuttosto annego basta BASTA Lui non molla la presa ferma piccola NONNO DOVE SEI Stai ferma ti ho detto Sbatto le gambe e le braccia NONNO AIUTO Stai zitta ferma NONNO urlo e insieme alla mia un’altra voce dietro le canne quella di  mia cugina NONNO VIENI VIENI SUBITO Il lupo sfila le dita dal mio buco e mi solleva in alto sopra l’acqua e sorride e urla forte VISTO CHE SAI NUOTARE BRAVA BAMBINA FAGLIELO VEDERE AL NONNO I pennacchi si spostano come se ci fosse all’improvviso un grande vento e mio nonno compare in mezzo alle canne piegate Punta gli occhi addosso al lupo COSSA SUCCEDE QUA mi ha toccato là nonno là sotto Ho la vagina Mio nonno è il cacciatore Il lupo ha scoperto che Ho la vagina e mio nonno è il cacciatore Prende il lupo per il collo e lo trascina fuori dal canneto e dall’acqua Mio nonno è il cacciatore e non glielo avrebbe mai chiesto al lupo di insegnarmi a nuotare Disgraziato Impostore Dove l’hai imparata quella parola impostore Lo dice il cacciatore al lupo quando gli tira i pugni sulla faccia anche se il lupo è più grosso E tutta la gente della spiaggia si è tira su dai sugamani e si mettono tutti sulla riva a guardare e gli danno contro al lupo e chi l’avrebbe mai detto e che sembrava tanto una brava persona e chi se l’aspettava che era invece un lupo E poi fermano il cacciatore solo perché sennò finisce male Mio nonno il cacciatore dopo che ha quasi ucciso per bene il lupo viene a prendermi che i miei cugini mi hanno portato sulla riva e io sono ancora là ferma con un segno rosso intorno alla vita come un salvagente stretto e una mano appoggiata sul prato verde del costume e un rivolo di piscio che mi riga le gambe e che brucia proprio là dove si uniscono Voglio andare a casa nonno Andemo subito ti sta qua in riva co’ tua cugina che tiro su tutto e andemo Il secchio con le vongole è caduto e le conchiglie si sono sparse a terra e mentre tutti sono distratti si riscavano la fossa e tornano dentro la melma che almeno loro per oggi sono salve Stasera niente pasta solo sussurri e pianti a casa della nonna E io non so ancora se dirglielo o no a mia cugina che là sotto anche io ho la vagina e un buco che fa male se il lupo ci infila dentro le dita E penso quanto sarebbe stato bello se solo avessi avuto la bicicletta per tornare a casa più in fretta e schivare le fessure del pavé e le buche e le strade dure e i solchi che a volte fanno proprio male.

Condividi su Facebook

Potrebbe piacerti anche...

Dentro la lampada

Il tocco

“Le dico mamma non toccarmi. Niente. Che fastidio ti dà? mi dice”. E con le mani continua a scavare nella carne del figlio.

Leggi Tutto
Apri la chat
Dubbi? Chatta con noi
Ciao! Scrivimi un messaggio per dirmi come posso aiutarti :)