I colpi di scena hanno un ruolo molto importante in tutte le forme della narrativa. Bisogna, però, usarli con attenzione: un eccesso renderebbe la storia inverosimile, la rovinerebbe.
È un colpo di scena qualunque momento ci faccia vedere quello che sta accadendo in un modo diverso da prima. La sua forma tradizionale, l’agnizione – quella in cui, per esempio, un personaggio dice all’altro, in maniera quasi estemporanea: “Ma io, in realtà, sono tuo figlio!” – rischia di banalizzare lo scioglimento di una trama; in realtà le rivelazioni, usate con cura, aiutano a fare chiarezza, come nell’Edipo Re: Edipo non è in grado di decifrare cosa gli stia accadendo fino a quando, alla fine, non viene rivelata la profezia alla luce della quale rivedere le proprie azioni.
La cosa importante è che tutto risulti naturale ai lettori, agli spettatori, agli ascoltatori, tanto da indurre a pensare che, grazie alla rivelazione, l’intera storia assuma un nuovo significato.
Qualche volta, i colpi di scena servono anche per portare avanti la lettura: lo scrittore che si senta in difficoltà, perché la sua storia non è abbastanza interessante o profonda, può mettere un bel colpo di scena per indurre il lettore a continuare a leggere…
Almeno per qualche pagina.