Antonia Pozzi e il Professore

Antonia rimase in piedi, in mezzo alla strada, mentre l’uomo che amava, dopo un rapido saluto, le girava le spalle per andare via. 

Antonia rimase in piedi, in mezzo alla strada, mentre l’uomo che amava, dopo un rapido saluto, le girava le spalle per andare via. 

I quattordici anni d’età che la separavano da lui adesso li vedeva tutti lì, in quella schiena un po’ curva e nel passo stanco, mentre si allontanava. 

Antonia chiuse gli occhi e tornò con la mente a sei anni prima, in un’aula del Liceo Manzoni, lei seduta al banco appesa alle parole appassionate e fluenti del suo Professore di latino e greco. Antonio Maria Cervi era tutt’altro che bello, ma lei aveva visto subito “una gran fiamma dietro a una grata di nervi”. 

L’incontro era stato fatale per entrambi. 

È terribile essere donna e avere diciassette anni, aveva scritto nel suo diario, e così duro vivere una relazione che tutti giudicano sconveniente, uno schiaffo in faccia ai benpensanti, un affronto per i suoi genitori.

L’avvocato Roberto e la nobildonna Lina le avevano provate tutte per allontanarla da Antonio, e lei aveva sopportato sfuriate, divieti e segregazioni in casa, in attesa di diventare “grande” anche per la società, in attesa di un tempo migliore, per lei, per il suo amore.

Alla fine, però, l’Avvocato, aveva vinto: era andato dal Professore e lo aveva minacciato di sfidarlo a duello se avesse continuato a vedere sua figlia, una ragazzina troppo emotiva e facile alle suggestioni, la cosa avrebbe suscitato clamore, e se non fosse rimasto ucciso nella sfida il Professore avrebbe di certo perso il posto.

Eppure, se suo padre avesse avuto occhi per guardare, avrebbe visto non un cinico seduttore di fanciulle indifese, ma soltanto “un povero figliolo, che a vent’anni si è veduto morire sul Grappa il fratello maggiore, e poco dopo il padre”.

Avrebbero avuto dei figli, avrebbero viaggiato, avrebbero vissuto il loro amore davanti a tutti, malgrado tutti.

E invece no. Antonio, terrorizzato dalle minacce del genitore, le aveva chiesto un ultimo incontro per dirle addio.

Antonia riaprì gli occhi, lui non c’era già più.

Bibliografia:

Antonia Pozzi, Parole, a cura di Alessandra Cenni e Onorina Dino, Garzanti.

Antonia Pozzi, Poesie, Lettere e altri scritti, a cura di Alessandra Cenni, Mondadori.

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Loredana Germani

È tra i fondatori della Scuola di scrittura creativa Genius. Dopo gli studi in Storia e Letteratura italiana, scrive diversi racconti autobiografici e articoli in cui descrive incontri con autori. Ha curato l’antologia di racconti A Roma San Giovanni e tiene la rubrica Vita da scrittore sulla rivista letteraria Dentro la lampada, nella quale narra opere e aneddoti di grandi personaggi letterari.

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