Il pittoresco mondo di Selma Largelöf

Il mondo inventivo di Selma Largelöf è tutto leggendario, epico, permeato da fantasie di personaggi burloni, liberi e dispettosi.

Sotto i capelli raccolti all’antica, trapela una volontà, un’energia severa. Nel viso leggermente asimmetrico si aprono gli occhi freddi come d’acciaio, la bocca quasi serrata dà la sensazione di chi volutamente trattenga slanci e scatti emotivi e permetta alla parola di liberarsi con metodo e disciplina.

Il mondo inventivo di Selma Largelöf è tutto leggendario, epico, permeato da fantasie di personaggi burloni, liberi e dispettosi. Sciolti da tutti i vincoli morali, si abbandonano senza freno all’istinto, “pronti a tutto, potenti nel bene e nel male”; questo suo immaginario scaturito dal temperamento istintivo inizia a formarsi per vastità e potenza di effetti negli anni del duro lavoro di maestra in scuole di villaggi spersi e brumosi sotto pallidi cieli, in lande pesanti per la troppa neve, sferzate dalla furia di bufere memorabili, e tuttavia verdissime, ed è il compagno e il rifugio dei suoi lunghi anni nordici.

Dopo il viaggio in Europa a spese del governo svedese, Selma Largelöf, ormai scrittrice celebrata, riacquista la tenuta paterna di Mȃrbacka, nel distretto di Värmland, a nord del lago Väner circondato dalle case coloniche, al confine con la Norvegia. Morto il padre, la famiglia si è vista costretta a venderla all’asta, per far fronte alle peggiorate condizioni finanziarie. Prima che passasse in mani estranee, Selma si era recata per raccogliervi gli oggetti personali e per congedarsi dalle memorie della sua infanzia, con la malinconia di quella separazione.

Quando ritorna alla casa paterna, ha lasciato da tempo l’insegnamento per dedicarsi interamente alla scrittura. Ritrova tra i muri e la campagna attorno l’aria viva del Värmland, e il pittoresco mondo da cui trae ispirazione. Riscopre la sua terra con gli imponenti aspetti della natura nordica, le foreste di conifere altissime, i laghi e le montagne per molti mesi all’anno ammantate di neve, cui è espressamente legata. Ne esalta il paesaggio, la gente, le tradizioni, conosce saghe e leggende popolate di geni e folletti che ha ascoltato da bambina nelle serate invernali, dai familiari raccolti a conversare davanti al gigantesco camino nordico, e che ha custodito gelosamente nella memoria. Tutto quel materiale così colorito e vario che ha assimilato e che ferve scintilla nelle meravigliose avventure di Gösta Berling.

“C’era una volta una saga che voleva essere raccontata e portata nel mondo…”

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