L’acqua è vita, dà vita al gelato e disseta. Il gelato fa venire sete. Il ciclo del gelato è quindi desiderio, vita, morte e nuovo desiderio. Mi spiego.
Un gelato fatto male uccide. Uccide lo spirito. Hai sete, sei triste, hai molta sete e il tuo gelato non solo non ti ha dissetato, ma ti ha deluso. È che nella vita la delusione è un gelato che fa venire sete. Sempre. Una bocciatura, la stroncatura di un racconto, l’amore che finisce, la morte. Sei lì con la tua lingua umida che penzola, desiderosa di strusciare sul fresco sorbetto di limone e tutto crolla. Dolciastro, la bocca si impasta la vita si capovolge, la sete raschia la gola. L’acqua. Quando hai sete, più che fame, il bisogno scala la gerarchia delle necessità e come panna montata su un cono si inchioda all’apice. Bevi senza respirare. L’acqua rinfresca, manda via la delusione, ti ristora mentre fresca sgorga nella tua gola. Eppure come l’uomo, il gelato è composto di acqua, che sia quella del latte o l’acqua corrente di un sorbetto, se ti viene sete nella tua vita devi cambiare qualcosa, non solo gelateria.