Lucci è un rapper a mestiere. Come il mio gelato. Grezzo, limpido, vero. Dalla prima rima all’ultima, dal primo ingrediente all’ultimo. Cuore e ritmo senza passi falsi.
Brutto e stonato, dice, come uno zabaione mio, tanto uovo e tanto cuore. Diretto, niente raffinatezze gourmet, niente escamotage ricercati, tuorlo d’uovo e Marsala a bagnomaria, come il bum bap su cui rappa, semplice che ti spacca le ossa.
C’è bisogno di tecnica e allenamento per vincere sulla semplicità, uno zabaione classico e una stracciatella latte e panna li fanno tutti ma se vinci lì, sei il migliore.
Spesso la deriva gourmet è l’auto-tune del gelato, prodotto eccellente ma nessun termine di paragone con un gelato all’aglio nero e albicocca. Vinci facile.
Rap sostanza, Lucci è zabaione e stracciatella. Niente specchietti per le allodole, vecchia scuola e se non vi piace, chi se ne fotte.
Fedele a se stesso, fedele alla musica. Come me, sorriso sulla faccia anche dopo il tempo che passa, gelato di lusso a buon mercato tra rime che solcano il gusto e via, un altro passo sul cemento che impatta.
Restiamo tra gli ultimi romantici perché a certe condizioni non si tratta, per quante ce ne possano tirare dietro. Colpite pure più forte, sta testa non si spacca.