Come trasformo “The walking dead” in gelato

Il gelato fai-da-te è l'ultima alternativa che ci rimane?

Il kit del gelato fai-da-te ti viene consegnato a casa da un non morto in mascherina e guanti di lattice. Sei in quarantena. Ti viene lasciato sul pianerottolo, hai pagato con pay-pal perché non puoi toccare nulla, il virus è ovunque. Il kit consiste in una paletta, tre banane troppo mature quasi nere, un po’ di zucchero e il latte. Non puoi uscire per un mese, non sai cosa accade fuori, il virus non trasforma in zombie, distrugge il sistema sanitario, fa crollare il mondo. Quindi paura e senso civico fanno il resto. Devi stare a casa. Il tuo antidoto è il gelato fai-da-te; quello è fresco, ti ritempra e ti rigenera. Versi il latte con attenzione, poco, poi  a pioggia lo zucchero, scaldi, poi lo fai raffreddare e lo ficchi nella siringa. Le banane sembrano uscite da un film di Romero, nere e purulente, dolcissime e mature direi io. Quindi diffida di quelle verdi e asprigne.

Fuori è grigio, un po’ di non morti irrispettosi delle regole boccheggiano in strada. Ma tu hai il kit. Spruzzi il liquido della siringa nel cilindro di metallo in dotazione, sbucci le banane, poltiglia nera di zucchero e fibre. Frulli tutto molto piano per non farti sentire e chiudi in freezer. Agiti dopo un’oretta e poi avanti così finché non ti convince. Hai fatto il tuo antidoto.

Nessuno ti ha sentito quindi sei fortunato e non ti verranno a cercare. Prima di mangiarlo però ti stropicci gli occhi, senti la tua pelle. Non dovresti. Ti accorgi che hai il guanto in lattice della mano sinistra lacerato alla base del palmo. Devi essertelo rotto prendendo il kit fuori dalla porta. Il kit su cui di certo è annidato il virus.

Speriamo solo il gelato funzioni.

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Andrea Fassi

Pronipote del fondatore del Palazzo del Freddo, Andrea rappresenta la quinta generazione della famiglia Fassi. Si laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali coltivando l’interesse per la scrittura. Prima di seguire la passione di famiglia, gira il mondo ricoprendo diversi ruoli nel settore della ristorazione ed entrando in contatto con culture lontane. Cresciuto con il gelato nel sangue, ama applicare le sue esperienze di viaggiatore alla produzione di gusti rari e sperimentali che propone durante showcooking e corsi al Palazzo del Freddo. Ritorna al passato dando spazio al valore dell’intuito invece dei rigidi schemi matematici in cui spesso oggi è racchiuso il mondo del gelato. Combina la passione per il laboratorio con il controllo di gestione: è l’unico responsabile del Palazzo del Freddo in qualità di Amministratore Delegato e segue la produzione dei locali esteri in franchising dell’azienda. In costante aggiornamento, ha conseguito il Master del Sole 24 Ore in Food and Beverage Management. La passione per la lettura e la scrittura lo porta alla fondazione della Scuola di scrittura Genius nel 2019 insieme a Paolo Restuccia, Lucia Pappalardo, Luigi Annibaldi e ad altri editor e scrittori. Premiato al concorso “Bukowsky” per il racconto “La macchina del giovane Saleri”, riceve il primo premio al concorso “Esquilino” per il racconto “Osso di Seppia” e due menzioni speciali nei rispettivi concorsi “Premio città di Latina” e “Concorso Mario Berrino”. Il suo racconto “Quando smette di piovere”, dedicato alla compagna, viene scelto tra i migliori racconti al concorso “Michelangelo Buonarroti”. Ogni martedì segue la sua rubrica per la scuola Genius in cui propone racconti brevi, pagine scelte sui sensi e aneddoti dietro le materie prime di tutto il mondo. Per la testata “Il cielo Sopra Esquilino” segue la rubrica “Esquisito” e ha collaborato con il sito web “La cucina italiana” scrivendo di gelato. Docente Genius di scrittura sensoriale, organizza con gli altri insegnanti “Il gusto per le storie”, cena evento di degustazione di gelato in cui le portate si ispirano a libri e film.

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