Una palettata a ciel sereno. Uno squarcio di tabasco sul nero cioccolato fondente. Una luce stellare che poi è un nero foro di arma da fuoco, una cicatrice. Il presepe di Banksy è una creatura geniale di un artista geniale. I muri sono un po’ come un gelato con troppa acqua che ti gela la bocca. Gelati creati da quelli che lottano contro la libertà, quelli che non sanno fare il gelato e ti dicono che è giusto farlo come dicono loro perché alla fine la gente si mangia tutto. Si beve tutto. E no. Tu butta giù un muro, parlaci con la gente, chiedigli quale gusto di gelato gli piace e perché scappa, spiegagli perché troppa acqua fa ghiacciare il gelato, e il cuore. Rimandalo indietro se è un criminale che vuole solo lasciarti una pallina su Tripadvisor perché gli sei antipatico, ma non dargli del gelato ghiacciato, non odiarlo perché è amico del gelatiere tuo nemico. Come se nel gelato ci fossero nemici. Come se tra la gente si possa essere davvero nemici.
A che serve un gelato troppo ghiacciato? A cosa serve un muro?
“Caledonian Road” di Andrew O’Hagan – traduzione di Marco Drago (Bompiani)
Una storia senza innocenti o vincitori, ma solo persone ferite che riescono a farcela con quello che resta dopo un evento drammatico destinato a essere uno spartiacque nelle loro vite.