No, non è l’album dei Red Hot Chili Peppers. Californication è la serie televisiva migliore degli ultimi anni.
Hank moody, una versione rivisitata di un Bukowski giovane, è il personaggio perfetto per uno story telling avvincente all’interno di una Los Angeles dissoluta e persa.
Alcol, tanto alcol, così tanto alcol da contorcere le budella fino a lasciarle squagliare tra lenzuola di seta in appartamenti di donne incantevoli. La vita libertina di Hank Moody, giunto al successo grazie alla sua opera “God hates us all” sulle relazioni scabrose tra uomini e donne, tratteggia il perfetto stile del bohémien in apparenza libero, ma in realtà incatenato alla sua solitudine. L’alcool scorre, ma non si deposita, scioglie ciò che sfiora e sparisce nel buio dell’anima del nostro Hank.
Come in un sorbetto super alcolico, l’alcol come spesso ho raccontato è un potente anticongelante, evita che il freddo attecchisca, quale similitudine più azzeccata? Un sorso di alcol allontana il freddo del dolore di essere soli, di non riuscire a raggiungere gli altri. E nel gelato l’alcool non permette di raggiungere l’esatta consistenza, come nella vita.
Per dare struttura serve calore. Per il nostro gelato basterebbe del grasso, della panna fresca e consistente ad evitare che l’alcool sciolga tutto, che tutto svanisca. Mentre ad Hank questo non basta.
A salvarlo dal dissolversi, saranno la figlia Becca e la moglie, più volte ex moglie Karen, suo unico vero amore, unica donna in grado di dare ad Hank la possibilità di non morire di solitudine.