Cosa rende salda una coppia? La realtà di un letto, di un tetto, spigoli e angoli da aggirare e rendere morbidi, lisci, una serie di liste della spesa, di bisogni da rendere concretezza, pane, vino, risate, lenzuola pulite da stendere, bambini paffuti e sporchi di terra ai quali rimboccare le coperte. Può essere, certo. Dexter e Athena Fox, alla periferia di Melbourne negli anni ’80, hanno molte di queste cose. Non sono ricchi, hanno un gabinetto esterno, un pianoforte a coda che Athena, innamorata di Bach e nonostante il poco talento, si ostina a suonare, due bambini, Arthur, e Billy, quest’ultimo autistico. La loro vita quieta e senza particolari prospettive, un po’ noiosa a tratti, viene scossa dall’arrivo di Elizabeth, compagna di Università di Dexter con la quale aveva perso i contatti e che incontra casualmente in aeroporto, e della sua giovane sorella Vicki.
Dopo la morte della madre, Vicki non ha altra possibilità, considerati i suoi 17 anni, che cercare aiuto dalla sorella, che però non è né materna né particolarmente desiderosa di improvvisarsi tutrice di una ragazzina ribelle e in cerca di sfoghi emotivi. Senza che la cosa sia stata stabilita, in maniera naturale, Vicki si stabilisce a casa dei Fox, e cerca di stabilire un legame con Billy, la cui disabilità è fonte di una rabbiosa frustrazione per Athena, che lo tratta con la gentile sollecitudine che si riserva agli animaletti altrui di cui ci si prende cura.
Insieme a Elizabeth e alla strabordante libertà di Vicki, nella vita della famiglia Fox arrivano anche l’ambivalente Philip, chitarrista ed ex amante di Elizabeth, e sua figlia Poppy, che si aggrega alla carovana.
La vita familiare comincia a mostrare crepe, Athena vuole riscoprire sensualità e incoscienza, lei che neanche si trucca, con i suoi tagli di capelli improvvisati da forbici casalinghe, le punte rovinate e sciupate dalla mancanza di cura, mentre Dexter preferisce trincerarsi dietro la roccaforte della vita conosciuta, che però mostra segni rapidi di cedimento.
Il silenzio sulle reciproche insoddisfazioni li porterà, senza che la fiducia e la vita condivisa venga utilizzata come antidoto o ricatto, a vedere altre possibilità di scelta, colori più accesi e disordine accattivante, che scuoteranno la loro saldezza, il loro non essersi mai confrontati sui bisogni e desideri reciproci.
In un romanzo breve, che dura il tempo di due stagioni, la scrittrice riproduce, in uno stile lirico, l’afflato di una coppia desiderosa di rompere gli schemi dietro i quali si è fatta imprigionare, l’accettazione sociale della loro apertura, insieme alle voci di Poppy, Vicki, Elizabeth, che preferisce non legarsi perché ha ben chiari certi meccanismi soffocanti, e dell’indolente, tenero, corrotto Philip, che non ha neanche un osso che possa definirsi onesto, ma è bellissimo ed è un artista.
Il rimescolamento degli equilibri porta il lettore a chiedersi, appunto, cosa renda salda una coppia, e se è necessario sacrificare vitalità per vedere gli altri stabili e felici, incuranti di quanto costi fingere di sentirsi vivi.
Eppure, c’è una certa poesia nel profumo di bucato appena stirato, in una teglia di biscotti caldi, in un pavimento reso lucido, negli odori pungenti dei preadolescenti, il loro sudiciume da riordinare, le dita annerite di polvere.
“Lo amava. Si amavano. Erano buoni amici. Abitavano in una casa dal mobilio spartano accanto al Merri Creek: le pareti erano tutte crepate, i pavimenti inclinati e le porte traballanti negli stipiti. In cucina c’era un pianoforte e durante il giorno Athena si chiudeva lì dentro, sotto il ritratto del padre di Dexter, e strimpellava il Mikrokosmos di Bartok, oppure il più facile dei Piccoli Preludi di Bach.
La notte è diverso. I camerieri sono zotici coperti di tatuaggi. Portano jeans neri e t-shirt attillate. Si direbbero più che altro criminali e buttafuori. Quando mettono giù una tazza di caffè ne rovesciano sempre un po’ sul piattino. Il sabato sera ai suoi venti tavolini non si trova un posto neanche a pagarlo. Il pavimento di cemento marmorizzato diventa scivoloso per via di tutti i liquidi rovesciati”.