Intervista a Kadare

Lo scrittore albanese da poco scomparso, all'età di 88 anni, è stato lungamente candidato al premio Nobel per la letteratura.

Il giornalista italiano era appena andato via, ma Ismail Kadare ancora non aveva voglia di tornarsene a casa.

La luce del sole entrava dai vetri della Juvenilja, l’elegante locale nel cuore dell’omonimo parco di Tirana.

Kadare amava particolarmente quel luogo quasi quanto il Café Rostand di Parigi, la città che lo aveva accolto a braccia aperte quando, nel 1990, aveva chiesto asilo politico.

L’intervista con il giornalista italiano era stata lunga e articolata: tra una domanda e l’altra sul futuro dell’Albania, il Kosovo e la Russia di Putin, Kadare aveva raccontato di sua madre, di Fred Rreshpja, poeta albanese a suo giudizio tra i migliori ma incapace di trovare il “proprio tempo nel grande tempo del mondo”, dell’amicizia con il barone Pierre-Bordeaux Groult, uomo di cultura e direttore di giornale, convinto sostenitore del popolo albanese.

Kadare aveva  letto una certa sorpresa negli occhi del cronista quando aveva affermato che Dante Alighieri era più studiato in Albania che in Francia, nonostante fosse temuto dalla dittatura comunista che leggeva nel suo Inferno quasi un richiamo ai gulag.

Il tepore dei raggi di sole filtrati dalle grandi vetrate lo avvolgeva come una carezza: gli piaceva stare seduto lì, si sentiva come Sartre, Hemingway o Picasso in quei Café littéraries di Parigi dove amavano trascorrere le giornate.

Naturalmente, a un certo punto, era arrivata la solita domanda sul Nobel: erano anni che il suo nome girava tra i favoriti, ma anche stavolta il prestigioso riconoscimento gli era sfuggito.

Kadare aveva detto che, considerando i nomi degli altri scrittori eternamente candidati e mai vincitori, era onorato di far parte di una compagnia così prestigiosa. Lo sguardo velato di rammarico del giornalista gli aveva fatto sentire di non essere creduto. Peccato, perché aveva detto la verità. 

Alzò le spalle con un movimento quasi impercettibile, mentre beveva l’ultimo sorso di caffè.

 

Bibliografia

Ismail Kadare, Il generale dell’armata morta, Longanesi;

Ismail Kadare, Il Palazzo dei Sogni, La Nave di Teseo.

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Loredana Germani

È tra i fondatori della Scuola di scrittura creativa Genius. Dopo gli studi in Storia e Letteratura italiana, scrive diversi racconti autobiografici e articoli in cui descrive incontri con autori. Ha curato l’antologia di racconti A Roma San Giovanni e tiene la rubrica Vita da scrittore sulla rivista letteraria Dentro la lampada, nella quale narra opere e aneddoti di grandi personaggi letterari.

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