“Il nuovo fiume” di Eva Meijer (Nottetempo)

In un'immaginaria comunità del centro America, una serie di morti misteriose lascia una scia di sangue e segna il passaggio tra un passato a vocazione agricola e le spinte attuali verso l’ingresso nel consumismo.

Questo libro è molte cose. Un ecogiallo, un romanzo di esistenze sospese, storie piccole e minuscole di attivisti equosolidali e queer, ma soprattutto è una storia che risuona nel lettore con il suo linguaggio lirico e fatto di sottotesti, nel momento di alba e notte azzurra come succede con i sogni di una delle giovani protagoniste, Maia. Cosa stiamo facendo alla natura, al mondo che sfruttiamo senza ritegno, e qual è il posto degli esseri umani.

Tutto inizia con un fiume che sgorga improvvisamente in un territorio non meglio specificato in centro America, nel villaggio del nome di fantasia Koraalboom. La tranquilla e sonnolenta vita del villaggio si complica quando avviene il feroce omicidio del signor Frys, un coltivatore di soia, attivista in gioventù e benefattore della comunità, e gli indizi non portano a nessuna pista soddisfacente. Janet, giornalista esperta in questioni di ecologia, inizia a indagare sull’omicidio e scopre che, da parte di organizzazioni di narcotrafficanti collegate con il governo, c’è una massiccia azione mirata a costringere i coltivatori di soia a vendere i terreni per farli dedicare alle coltivazioni di coca. Questa scoperta non passerà in maniera indolore sulla sua vita. C’è Maia, la ragazzina veggente, innamorata della sua amica del cuore e figlia del poliziotto locale, che trascina un matrimonio esausto e coglie l’occasione per attivare indagini che lo porteranno a scoprire nessi e verità scomode sul suo collega e sulla misteriosa sindaca del villaggio, Rita, che ha ombre che la seguono dalla giovinezza e legami con le organizzazioni segrete che vogliono insediarsi nel villaggio. Una serie di morti misteriose lascia una scia di sangue e acqua nera segnando il passaggio dalla vocazione agricola alle spinte attuali verso l’ingresso nel consumismo. Accanto agli eventi misteriosi e sanguinari c’è un sottomondo onirico, surreale, magico, che regola la vita da svegli dei protagonisti nelle loro menti. Vivono tutti una sorta di vita fatta di rimpianti di amori mai rivelati in cerca di seconde possibilità. Ogni persona è collegata alla biblioteca e al misterioso bibliotecario senza nome che fornisce testi illuminati sulla natura e i suoi misteri.

E poi la pioggia fa franare ogni argine e ricorda a tutti gli esseri umani chi è che vince, alla fine.

 

Quella sera, quando riattaccò a piovere forte, l’acqua del fiume raggiunse l’argine, i cui margini diventarono morbidi fino a cedere, un granello dopo l’altro. La pioggia era costante, sottile e penetrante, come una persona mentre parla mentre cerchi di fare altro finché non ti arrendi e la ascolti.

Dopo un lungo periodo di siccità, la terra non era in grado di tenere testa alla forza di quella tempesta continua. Succede spesso così. Si desidera qualcosa e quando poi quella cosa cade dal cielo non si sa cosa farsene, la si rifiuta, e tutto rimane com’era, al massimo più triste.

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Marilena Votta

Marilena Votta nasce a Napoli e trascorre la sua infanzia e adolescenza in un luogo fatto di sole accecante e ombre altrettanto tenaci. Ha pubblicato le raccolte di racconti Equilibri sospesi, La ragazza di miele e altre storie (Progetto Cultura, 2016) e Diastema (Ensemble, 2020), e la raccolta di poesie Estate (Progetto Cultura, 2019). Il suo racconto “Fratello maggiore fratello minore” è stato pubblicato nell’antologia “Roma-Tuscolana”. Alcuni suoi racconti sono disponibili su varie riviste on line e cartacee. Nell’ottobre 2021 pubblica il suo primo romanzo, Stati di desiderio, con D editore. Del suo rapporto con la scrittura asserisce, convinta, che è il suo posto nel mondo. Scrive recensioni di libri che ama per "Dentro la lampada", la rivista della scuola Genius.

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