Il grosso taxi nero si accostò al marciapiede di una stradina alberata di Hampstead.
Doris Lessing scese con qualche difficoltà dalla macchina, in mano la sporta della spesa da cui spuntava un mazzo di carciofi.
Anche se aveva ottantasette anni, si vestiva come quando era ragazza e viveva in Sudafrica con i suoi genitori. Quella mattina indossava giacca indiana, la gonna di jeans, la solita sciarpa rossa e sandali senza calze.
Cosa ci faceva tutta quella gente davanti alla porta di casa sua? Sembravano giornalisti in attesa di qualcuno, lei scorse anche un paio di fotografi e un operatore tv.
Signora Lessing, ha sentito la notizia? ‟No”. Ha appena vinto il premio Nobel per la letteratura.
“Oh Cristo!” esclamò Doris, sinceramente sorpresa. Posò a terra la sporta e fissando un microfono che si allungava verso di lei disse, tutto d’un fiato:
“Erano trent’anni che lo aspettavo. La gente che non ha sentito parlare di me, adesso, andrà a comprare i miei libri. È una bella cosa, guadagnerò un po’ di soldi”.
Suo figlio intanto era sceso dal taxi, anche lui con una borsa carica di spesa.
“Mamma, forse quel tizio dell’Accademia svedese è morto!” le disse, ammiccando.
Doris guardò divertita i giornalisti, ormai pronta a soddisfare la loro curiosità.
“Una volta, a una cena molto, molto formale in Svezia, venne al mio tavolo un alto dignitario collegato al Nobel e mi disse che il premio, io, non l’avrei mai vinto. Cosa avrei dovuto rispondergli? ‘Oh, caro, mi dispiace così tanto, perché non vi piaccio?’ Potete immaginarvi la sfacciataggine?”.
Poi disse quasi tra sé: “Spero che le loro maniere, da allora, siano migliorate”.
Recuperò la sporta pesante e si fece strada verso il portone di casa. Era stata una bella sorpresa, davvero, e ringraziò tutti per l’interesse, ma voleva preparare i carciofi per cena e non era sicura di farcela.
Mentre apriva la porta di casa il telefono iniziò a squillare.
Bibliografia:
Doris Lessing, Racconti londinesi, Feltrinelli;
Doris Lessing, Il taccuino d’oro, Feltrinelli.