“Noi tre” di Johanna Hedman (Frassinelli)

La storia di tre ragazzi di belle speranze, che si muovono tra feste e sballi nel mutare delle stagioni scandinave

Questa è una storia d’amore, anche se forse tutte le storie che si raccontano sono storie d’amore, dove l’amore è il desiderio enorme di essere visti e compresi. Una fatica amare chi ci spinge ad avvicinarci al nocciolo duro del nostro essere, quella parte nascosta al mondo ed esibita per poco tempo e a beneficio di poche paia d’occhi.

Hugo, Thora, August sono tre studenti universitari di Stoccolma, colti nel loro divenire adulti, in quell’età tra i 18 e i 22, quando i conflitti esplodono e le speranze sono intatte e ancora realizzabili. Insieme, nel farsi e disfarsi di un legame che comprende a tratti solo Hugo e Thora, e che poi si ricongiunge nel loro trio, esplorano le contraddizioni tra avvenire sicuro, Thora studia da avvocato ma ha una passione per la letteratura, August è un pittore e si accontenta di lavori in ambiti pubblicitari e Hugo non ha le idee molto chiare, sa solo che non vuole essere rinchiuso nella gabbia del conformismo, per quanto ne sia attratto. Tra loro Hugo è l’unico che debba davvero lavorare part time per pagarsi le spese, mentre August e Thora appartengono alla classe dirigente del Paese; in particolare Thora fa parte di una famiglia che fa affari con i reali di Svezia, destinata a essere il bersaglio di critiche più o meno dirette. Tutti e tre si nutrono dei loro equilibri mancati, dei loro desideri che non riescono a chiamare amore, il prendere le distanze dal definirsi coppia, per ricorrere a quello meno complicato e più goliardico di amici che fanno sesso. I legami che nascono fra i tre però non sono affatto semplici, e anche se sfuggono a una definizione che loro non vogliono, li condizionano e gettano le basi per il tipo di parte che avranno nel mondo in cui decideranno di abitare.

Hugo è l’anima più errante, mai a suo agio in una casa, in un luogo fisico, il destino di un apolide emotivo scritto nel DNA, la paura, taciuta e rivelata solo a piccoli sprazzi, di rendere accessibili le sue emozioni, e quindi la sua disponibilità a essere ferito, a perdere chi ama. Perché infatti, quando i sentimenti ci bloccano, preferiamo una comoda fuga, una serie di nuove vite, con persone più semplici e perciò meno sfuggenti, persone che non ci mettono di fronte al nostro bisogno di loro, e a quanto la nostra vita risulti immensamente deprivata quando decidiamo di farne a meno. Così evitiamo il fallimento e il rischio di essere amati, con tutte le responsabilità che comporta. Perché accettare di essere degni d’amore significa accettare i propri lati oscuri e venirne a patti, e talvolta è un percorso molto difficile per il quale non tutti sono pronti.

Questo libro è la storia di tre ragazzi di belle speranze, che si muovono tra feste e sballi nel mutare delle stagioni scandinave, in una Stoccolma fatta di crepuscoli rosa e azzurri traslucidi, di luce estiva sfinente e accecante e del buio che li inghiotte come un lenzuolo nelle notti invernali. Questo libro è la storia di tre ragazzi che un giorno crescono ma portano nel loro futuro il segno di quello che erano, la disillusione e la fatica del ruolo che ti dà il mondo quando decidi di viverci. Questo libro è la storia che potremmo aver vissuto quando ci siamo accorti che non avremmo mai più amato con il trasporto magico e inconcludente dei nostri vent’anni.

Mi accorsi che cercava il mio sguardo e anche se glielo lasciai catturare, trattenni qualcosa, come per bloccare i sentimenti in fondo, fuori dalla sua visuale.

Si alzò in punta di piedi e mantenne l’equilibrio mettendomi una mano sulla spalla. Io la baciai, prima sulle labbra e poi sulla fronte. Sentii il sapore della crema solare. “Certo che ho bisogno di te”, sussurrò piano, contro il mio collo, e dentro di me avvertii un vuoto, “A volte penso che ti dico delle cattiverie solo per vedere se ci tieni a me”. L’abbracciai e chiusi gli occhi. Mi chiedevo come fosse possibile sentirsi così vicini a qualcuno, e allo stesso tempo così lontani.

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Marilena Votta

Marilena Votta nasce a Napoli e trascorre la sua infanzia e adolescenza in un luogo fatto di sole accecante e ombre altrettanto tenaci. Ha pubblicato le raccolte di racconti Equilibri sospesi, La ragazza di miele e altre storie (Progetto Cultura, 2016) e Diastema (Ensemble, 2020), e la raccolta di poesie Estate (Progetto Cultura, 2019). Il suo racconto “Fratello maggiore fratello minore” è stato pubblicato nell’antologia “Roma-Tuscolana”. Alcuni suoi racconti sono disponibili su varie riviste on line e cartacee. Nell’ottobre 2021 pubblica il suo primo romanzo, Stati di desiderio, con D editore. Del suo rapporto con la scrittura asserisce, convinta, che è il suo posto nel mondo. Scrive recensioni di libri che ama per "Dentro la lampada", la rivista della scuola Genius.

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