Fu Sook che mi raccontò di Babbo Natale, della sua barba fluente, del suo vestito rosso, della sua stridula slitta piena di regali e io le credevo, come credevo che tutto fosse la volontà di Dio, o del Signore, come lo chiamava sempre Sook.
Se inciampavo o cadevo da cavallo, o prendevo un grosso pesce al ruscello, beh, le cose belle o le cose brutte erano sempre volontà del Signore.
Fu questo che disse Sook anche quando le arrivò da New Orleans la terribile notizia: mio padre voleva che andassi a passare il Natale con lui.
Piansi, non volevo andare, non ero mai uscito da quella piccola e isolata cittadina dell’Alabama circondata da foreste, e fattorie, e fiumi.
Non mi ero mai addormentato senza che Sook mi passasse le dita tra i capelli e mi desse il bacio della buonanotte. Perdipiù avevo paura degli estranei, e mio padre era un estraneo. Lo avevo visto diverse volte ma ne avevo un ricordo confuso, non sapevo proprio quale fosse il suo aspetto ma, come disse Sook, “È la volontà del Signore e, chissà Buddy?, forse vedrai la neve”.
Bibliografia:
Truman Capote, Un Natale e altri racconti, Garzanti;
Truman Capote, Altre voci, altre stanze, Garzanti.