Vediamo qualche errore tipico dell’esordiente:
Sbagliare il punto di vista: uno degli errori più comuni, c’è sempre un punto di vista “ideale” in una narrazione, e cioè c’è sempre un personaggio che quella certa vicenda può “leggerla” e raccontarla meglio di tutti gli altri, in prima o in terza persona, – e se li sbagli, se sbagli quell’accoppiata, punto di vista/persona narrante, sarai costretto a riscriverla da capo la tua storia nel modo giusto. A me è capitato. Quindi pensaci bene all’inizio, prima di dare fuoco alle polveri, prima di partire. Fate delle prove di focalizzazione, in prima, in terza… con quel personaggio, con quell’altro…
Passare troppe informazioni al lettore nei dialoghi o nelle descrizioni, spiegare troppo, per paura che qualcosa gli risulti poco chiaro. Peccando di didascalismo. I dialoghi devono essere asciutti, naturali, essenziali. Devono dire solo il necessario (alla trama): e a volte anche meno. Le informazioni vanno centellinate al lettore.
Sfoderare fin dalle prime pagine tutte le proprie risorse di stile scivolando nel virtuosismo.
Mettere troppa enfasi nella rappresentazione di sé stessi, non calibrare bene la distanza dal proprio alter ego, in una narrazione autobiografica.
Esercizio:
Scrivere un racconto composto solo di dialogo, evitando il didascalismo.
Alla prossima.