I lampadari sono fatti per cadere

– Mi piace quel lampadario là – disse l’uomo in nero indicando con l’indice della mano senza guanto il lampadario. E il lampadario cadde.

Un uomo vestito di nero, occhiali neri, scarpe nere e guanti neri entrò in un negozio di lampadari di Murano. Girò per il negozio guardandosi intorno e tenendo le mani dietro la schiena. Si fermò a guardare un lampadario variopinto fatto di vetro soffiato e gocce di cristallo. Lo scrutò nel dettaglio mentre iniziava a togliersi il guanto nero della mano destra.

– Ha bisogno d’aiuto? – disse il commesso del negozio.

– Mi piace quel lampadario là – disse l’uomo in nero indicando con l’indice della mano senza guanto il lampadario. E il lampadario cadde.

Un milione di pezzetti microscopici rimbalzarono ovunque sul pavimento.

– Il gancio si deve essere rotto – disse il commesso mortificato mentre di corsa tornava dal ripostiglio con scopa e paletta. Il cliente in nero continuò il suo vagare per il negozio qualche metro più in là dove i vetri si erano fermati. Fu attratto da un altro lampadario.

– Cosa mi dice di questo? – disse il cliente in nero al commesso impegnato a fare montagnette di vetro con la scopa. 
Il commesso alzò gli occhi e vide l’uomo in nero indicare il lampadario di girasoli in vetro finissimo decorato a mano. Il lampadario cadde e si riversò sul pavimento come una secchiata d’acqua. Il commesso rimase con la scopa in braccio come se una gelata improvvisa lo avesse investito, con lo sguardo fisso sul pavimento che sembrava ormai un tappeto di brillanti.

– Come mai questi lampadari cadono? – domandò il cliente in nero continuando il suo giro e facendo attenzione a scavalcare i pezzi di vetro più grossi.

Il cliente in nero si fermò e fissò a un metro di distanza il Sultano. Il Sultano era un lampadario di quattro metri, fatto di finissimi capillari di vetro soffiato intrecciati e assemblati a mano. Sembrava un enorme gomitolo di vetro. Oltre che il più costoso del negozio, era l’unico esemplare al mondo. Ultimo capolavoro di un noto maestro artigiano di Murano morto qualche mese prima.

– Questo è bello davvero. Quanto costa? – disse il cliente in nero.

Al rallentatore si vide questa scena:

il cliente sta alzando il braccio; il commesso lascia andare la scopa; il cliente ha quasi l’indice teso in direzione del Sultano; il commesso blocca in tuffo la mano del cliente; il cliente perde l’equilibrio; il commesso cade insieme al cliente; il cliente mentre cade si leva gli occhiali neri e guarda il soffitto con gli occhi nudi; tutti i lampadari esplodono dando inizio a una nevicata mai vista prima.

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Luigi Annibaldi

Scrittore di racconti, editor e illustratore. Da oltre dieci anni conduce corsi di narrativa e scrittura creativa in diverse scuole medie, licei statali, biblioteche di Roma, centri diurni e al Goethe-Institut, l’istituto di Cultura della Repubblica Federale di Germania. I suoi racconti sono stati pubblicati dalla rivista Linus di Baldini&Castoldi e della rivista francese Les Cahiers européens de l’imaginaire. Ha pubblicato la raccolta Sushi Pin Up e, con Ilaria Palomba, il romanzo Una volta l'estate. Cura la rubrica di racconti Schegge nella rivista IF, Insolito Fantastico delle edizioni Odoya, collabora con Tuttolibri, il magazine de La Stampa dedicato ai libri.

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