Oggi parleremo un po’ dell’ego dello scrittore. Cominciando a chiederci: gli scrittori, gli artisti sono tutti egocentrici? Non si possono esibire prove scientifiche al riguardo, ma credo di sì. Lo scrittore è un egocentrico per definizione, sennò non farebbe lo scrittore! È anche assai facile accusarlo di piacersi troppo, di sentirsi al centro dell’universo, di fregarsene del prossimo… quale scrittore non si è mai sentito accusare almeno una volta di questo? Quello che varia è il modo come ciascuno scrittore lo esprime il proprio narcisismo: “Adesso è il turno di quello un po’ introverso, che mentre si esibisce stancamente, pensa che è solo tempo perso” cantava Bennato in quella bellissima canzone, Feste di piazza, ve la ricordate? Anche fra gli scrittori è presente “quello che si esibisce stancamente”, non sul palco ma nei salotti letterari, col bicchiere in mano, le gambe accavallate, la battuta arguta… ma non divaghiamo: il narcisismo è endemico nello scrittore, dicevo. E non solo nel romanziere di autofiction, anche nello scrittore più oggettivo, quello che non entra mai come personaggio nelle sue narrazioni. Perché la scrittura di un romanzo – ma a ben vedere di qualunque libro – ti fa scavare comunque a fondo nei territori dell’io, ti porta a interrogare te stesso in luogo dei personaggi. Il narcisismo è una reazione, se vogliamo, all’esibizionismo insito nel mestiere dello scrittore, al doversi sempre mettere in mostra, sottoponendosi al giudizio, dei lettori, dei critici, dei familiari, degli amici… Non fa altro nella vita che mettersi in mostra, lo scrittore, a ben vedere; è una continua impietosa esibizione di se stessi, dei propri visceri, la scrittura.
Scrivete un racconto di uno scrittore che viene accusato dai suoi amici durante una cena di compleanno, di essere un fottuto narcisista, di credersi sempre al centro del mondo, ecc. E lui ascolta tutte le numerose accuse in silenzio, o quasi, ma alla fine sbotta. Scegliete voi i dettagli.
Alla prossima.