Vero come la finzione

Voi che fareste se a un certo punto di una giornata qualunque, cominciate a sentire la voce di una autrice che sta scrivendo di voi?

Voi che fareste se a un certo punto di una giornata qualunque, mentre vi lavate i denti davanti allo specchio del bagno, cominciate a sentire la voce di una autrice che sta scrivendo di voi, proprio di voi, nel suo romanzo in cantiere, nel romanzo che sta scrivendo, raccontandovi in terza persona, analizzandovi, giudicandovi, e forse già predicendovi la fine imminente? Da restarci secchi, come minimo! Questo è l’incipit geniale, pirandelliano, di un film che vorrei che vedeste Vero come la finzione (Stranger than Fiction, 2006), diretto da Marc Forster – una commedia divertente, con una sceneggiatura assai brillante sul genere di The Truman show, con un protagonista a cui ti affezioni sempre di più via via che la storia procede (almeno a me è successo così), e con attori magnifici, Will Ferrer come protagonista, un anonimo agente fiscale, Dustin Hoffman, professore di scrittura narrativa, e lei, Emma Thompson, nella parte della scrittrice nevrotica a corto di ispirazione. Oggi voglio solo suggerirvi la visione di questo film che tratta delle nostre questioni di scrittura narrativa: il punto di vista, la voce narrante, il confine fra verità e finzione ecc. E lo fa in modo divertente e intelligente senza annoiare. Quindi l’esercizio che vi propongo per la prossima settimana è di vedere questa pellicola, di ragionarci su e di scriverne una breve sinossi-recensione, per una volta fregandovene dello spoileraggio, cioè raccontando tutto, fino alla fine, se ne avete voglia… Ah, aggiungete anche un giudizio in asterischi, da 1 a 5, nella vostra scheda, che non dovrebbe superare le due cartelle e mezzo di lunghezza (diciamo 3000 caratteri). Io lo definirei un apologo sentimentale sullo storytelling, sull’arte della narrazione, ma voi la potete leggere come preferite sulla base del vostro gusto e della vostra sensibilità.

Non vi dirò altro, aggiungerei solo che me l’ha fatta conoscere – questa originale commedia americana, – il collega Massimiliano Ciarrocca, che gli ha dedicato uno spazio in una lezione sul punto di vista e sui tre atti nel corso Genius come diventare scrittori. Alla prossima!

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Andrea Carraro

Andrea Carraro, scrittore, nasce a Roma. Se avesse ricevuto un euro ogni volta che sui media hanno usato il termine “il branco” per parlare di uno stupro di gruppo, citando il titolo del suo romanzo più noto, oggi sarebbe ricco. Invece è “solo” uno scrittore tra i più bravi. Romanziere, autore di racconti e di poesie, nasce a Roma nel 1959. Ha pubblicato i romanzi: A denti stretti (Gremese, 1990), Il branco (Theoria, 1994), diventato un film di Marco Risi, L’erba cattiva (Giunti, 1996), La ragione del più forte (Feltrinelli, 1999), Non c’è più tempo (Rizzoli, 2002) (Premio Mondello), Il sorcio (Gaffi, 2007), Come fratelli (Melville, 2013), Sacrificio (Castelvecchi, 2017) e le poesie narrative Questioni private (Marco Saya, 2013). Ha pubblicato anche due raccolte di racconti, confluite nel volume Tutti i racconti (Melville, 2017). I suoi giudizi critici, sensibili ma affilati quando serve, lo rendono un lettore del cui parere fidarsi con tranquillità.

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