Giorgio Dell’Arti, classe 1945, è scrittore, giornalista e storico, nonché fondatore del Venerdì di Repubblica. È anche l’autore di anteprima.news, una spremuta di giornali squisita che viene consegnata agli abbonati alle sette e trenta del mattino. Il libro Gli onorevoli duellanti ovvero Il mistero della vedova Siemens è edito dalla casa editrice La nave di Teseo.
Partirei da un paragrafo che si trova quasi alla fine del libro, dove l’autore cita un articolo del Corriere della Sera, del 2 aprile del 1909: “(…) A Montecitorio l’aula – il paragone non vuol essere irriverente – è il palcoscenico e i corridoi sono le quinte. Quando le porte si aprono e i deputati escono, quasi quasi vi par che col gesto consueto degli attori si liberino dal trucco. Si liberano infatti del trucco politico anticlericale o clericale, sovversivo o reazionario e mostrano la loro faccia di uomo, la quale – bisogna dirlo – non è purtroppo sempre interessante come l’altra. (…)”.
I protagonisti del romanzo sono degli onorevoli, dei generali e una donna tedesca misteriosa, la vedova Siemens, “Una bruna singhiozzante, così attraente che agli uomini sembrava impossibile, mentre procedevano lenti con il cappello in mano, non girarsi ogni tanto a dare un’occhiata”. Una donna ricca che vive in Italia, giovane e bella che frequenta dei generali anziani, invaghiti dalla sua presenza. Tutto ciò pare strano all’onorevole Eugenio Chiesa, uomo che ha fatto la sua fortuna producendo e vendendo giocattoli. E costui, in tutta sincerità oppure per un suo tornaconto, accusa lo stato maggiore (il ministro della guerra) e il governo intero perché secondo lui madama Eleonora Füssli è una spia austro-tedesca, che il generale Fecia di Cossato frequenta intimamente: “(…) Non si può demolire l’onore dell’esercito senza demolire l’onore della Patria”. Il governo, rappresentato dal generale Prudente, non ritiene opportuno rispondere a tali accuse. Da qui altri insulti, l’offesa di una duchessa. Di conseguenza, cinque duelli da affrontare per l’on. Chiesa.
Ciò che segue è abbastanza rocambolesco e abbastanza comico. L’autore descrive con ironia eventi realmente accaduti e persone realmente esistite; sarebbe più giusto dire che ricostruisce gli eventi un secolo dopo, senza offrire una sola chiave di lettura. Al lettore il giudizio di quel mondo, della difesa dell’onore (che in me ha evocato un parfum d’antan) e sui duelli un po’ diversi, à l’italienne. Ma anche sulla presunta colpevolezza della bella vedova Siemens.
Un lavoro minuzioso, quasi certosino, condotto sui giornali dell’epoca e le interrogazioni parlamentari, belle descrizioni che ricordano Balzac. Un libro serio, storico che però non annoia e una lingua scorrevole. Un’eroina che risulta più attraente proprio per mancanza di protagonismo. Una vita politica assai diversa ma allo stesso tempo assai simile ai nostri giorni.
Infine, la cosa più interessante mi è sembrata la modalità nella quale il romanzo è concepito: un romanzo non romanzo, un patchwork di articoli, dichiarazioni, interrogazioni, citazioni. Penso sia molto difficile riuscire tecnicamente in un’impresa simile, ma questo libro è riuscito. Rimpiango, da lettore, una sola cosa: la figura affascinante della vedova Siemens, sconosciuta fino alla lettura di questo romanzo, meriterebbe forse un seguito. Non lo so, ho immaginato un’altra avventura che purtroppo non potrò più leggere.