Come trasformo Pitagora in gelato

Il gelato artigianale è una matematica imperfetta.

Il gelato artigianale è una matematica imperfetta.

Pitagora quindi, con buone probabilità, ne avrebbe disdegnato la produzione a favore di una calcolata, perfetta, lineare, scelta industriale.

Per il buon matematico i numeri sono l’essenza di tutte le cose. È seduto davanti a me, stufo del mio appassionato sorbetto algebrico, annoiato, perso su un iPad a sbeffeggiare le digressioni filosofiche ed emotive che tentiamo di estrapolare ingurgitando cibo. Analisi sensoriale, degustazione, aromi, ricordi, sentori.

– O mi date un’analisi matematica di quanto dite, del buono, del cattivo, di tutto questo parlare di gusto, oppure ogni parola avrà il peso di una piuma senza valore alcuno! Lo sento gridare.

– Ma allora, – chiedo – anche un prodotto industriale, pur se matematicamente bilanciato e svuotato dell’anima appassionata del gelatiere, potrebbe essere oggetto delle critiche del vostro genio matematico, qualora si muovessero critiche gastronomiche su di esso.

– Certo, non è mica il prodotto il problema, ma l’uomo! – Sussurra.

E ha ragione. I numeri dell’industria mancano di quell’imperfezione che il gelatiere artigiano chiama passione o creatività, eppure non sono più esplicativi del gelato artigianale. I numeri di cui Pitagora andrebbe all’avventura sarebbero ancor più esaustivi, la matematica del gusto uniformata per ogni palato. Una formula riassuntiva di ciò che è matematicamente buono o cattivo.

Pitagora si alza dalla panchina e si allontana, sa bene una formula del gusto sia un paradosso. È questo il bello del cibo, l’inesistenza di un giudizio definitivo e vero a tutti gli effetti. Anche se nel dubbio, io continuo a lavorare sul mio sorbetto algebrico.

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Andrea Fassi

Pronipote del fondatore del Palazzo del Freddo, Andrea rappresenta la quinta generazione della famiglia Fassi. Si laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali coltivando l’interesse per la scrittura. Prima di seguire la passione di famiglia, gira il mondo ricoprendo diversi ruoli nel settore della ristorazione ed entrando in contatto con culture lontane. Cresciuto con il gelato nel sangue, ama applicare le sue esperienze di viaggiatore alla produzione di gusti rari e sperimentali che propone durante showcooking e corsi al Palazzo del Freddo. Ritorna al passato dando spazio al valore dell’intuito invece dei rigidi schemi matematici in cui spesso oggi è racchiuso il mondo del gelato. Combina la passione per il laboratorio con il controllo di gestione: è l’unico responsabile del Palazzo del Freddo in qualità di Amministratore Delegato e segue la produzione dei locali esteri in franchising dell’azienda. In costante aggiornamento, ha conseguito il Master del Sole 24 Ore in Food and Beverage Management. La passione per la lettura e la scrittura lo porta alla fondazione della Scuola di scrittura Genius nel 2019 insieme a Paolo Restuccia, Lucia Pappalardo, Luigi Annibaldi e ad altri editor e scrittori. Premiato al concorso “Bukowsky” per il racconto “La macchina del giovane Saleri”, riceve il primo premio al concorso “Esquilino” per il racconto “Osso di Seppia” e due menzioni speciali nei rispettivi concorsi “Premio città di Latina” e “Concorso Mario Berrino”. Il suo racconto “Quando smette di piovere”, dedicato alla compagna, viene scelto tra i migliori racconti al concorso “Michelangelo Buonarroti”. Ogni martedì segue la sua rubrica per la scuola Genius in cui propone racconti brevi, pagine scelte sui sensi e aneddoti dietro le materie prime di tutto il mondo. Per la testata “Il cielo Sopra Esquilino” segue la rubrica “Esquisito” e ha collaborato con il sito web “La cucina italiana” scrivendo di gelato. Docente Genius di scrittura sensoriale, organizza con gli altri insegnanti “Il gusto per le storie”, cena evento di degustazione di gelato in cui le portate si ispirano a libri e film.

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