Scoperchiare il vaso di Pandora è rischioso.
Sorriso mellifluo, opportunismo celato da uno sguardo miserevole, infamia nascosta sotto pelle.
Il Dio Apate figlio di Nyx, notte non a caso, è il Dio dell’inganno. Inganno che giace nel tempo sugli occhi di chi si nasconde tra la gente, pronto a cucire verità di carta per sopravvivere al mondo.
Un gelato che appare alla vista corposo e nutriente, un gelato di cioccolato e pistacchio che solo a guardarlo pensi possa soddisfare i tuoi desideri più reconditi. In questo istante di osservazione è l’esperienza a far da ago della bilancia per non permettere ad Apate di impossessarsi di te. Ancor prima dell’assaggio bisogna saper riconoscere l’eccessiva lucentezza del gelato, la porosità della struttura e da subito intuire l’inganno. Quante volte ci sono cascato con gli esseri umani? Qualcuna. Ma con il gelato, mai.
L’assaggio è la prova finale. Acquieti la sete leccando quel cioccolato e quel pistacchio che si rivelano uguali tra loro, inconsistenti e dal sapore che svanisce. Apate si è impossessato di te. Sei deluso, arrabbiato; racconteranno che sei tu ad aver sbagliato, perché il gioco dell’inganno non si limita a illuderti ma anche a screditarti, perché la storia raccontata circa quei gelati è così ben infiocchettata da far dubitare chiunque.
E ti ritrovi solo, con più esperienza e il sapore amaro in bocca di un gusto che non è stato. Puoi cullarti tra due certezze, Apate colpisce più volte gli stolti, tutti gli altri lo ricacciano nel vaso di Pandora da cui è sbucato, per sempre. E quel gelato lì, ingannevole, ha vita breve.