Il critico rompicoglioni

Se la letteratura, il cinema, l’arte in genere, vi occupano il cervello e il cuore, dedicatevi seriamente alla scrittura

Se vi capita di ragionare da soli o con chi vi sta attorno di cinema o di libri per un certo numero di ore al giorno, se tendete a incazzarvi oltremisura quando vedete un brutto film al cinema o in tivù o quando leggete un romanzo fasullo e non la finite più di parlarne, e di scriverne magari, e la prendete quasi come un fatto personale, come qualcuno vi ha anche detto. Allora, avete buoni motivi per cominciare a scrivere seriamente, con possibili esiti di critico. E magari di critico rompicoglioni, che è la categoria ideale per un critico. A parte gli scherzi, se la letteratura, il cinema, l’arte in genere, vi occupano il cervello e il cuore, dedicatevi seriamente alla scrittura, non siate sordi alla chiamata, per così dire, al segnale, scrivete, e disciplinate il vostro talento, iscrivetevi a un corso di scrittura, se cercate degli interlocutori.

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Andrea Carraro

Andrea Carraro, scrittore, nasce a Roma. Se avesse ricevuto un euro ogni volta che sui media hanno usato il termine “il branco” per parlare di uno stupro di gruppo, citando il titolo del suo romanzo più noto, oggi sarebbe ricco. Invece è “solo” uno scrittore tra i più bravi. Romanziere, autore di racconti e di poesie, nasce a Roma nel 1959. Ha pubblicato i romanzi: A denti stretti (Gremese, 1990), Il branco (Theoria, 1994), diventato un film di Marco Risi, L’erba cattiva (Giunti, 1996), La ragione del più forte (Feltrinelli, 1999), Non c’è più tempo (Rizzoli, 2002) (Premio Mondello), Il sorcio (Gaffi, 2007), Come fratelli (Melville, 2013), Sacrificio (Castelvecchi, 2017) e le poesie narrative Questioni private (Marco Saya, 2013). Ha pubblicato anche due raccolte di racconti, confluite nel volume Tutti i racconti (Melville, 2017). I suoi giudizi critici, sensibili ma affilati quando serve, lo rendono un lettore del cui parere fidarsi con tranquillità.

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