Come trasformo la boxe in gelato

Schivare i pugni dell'avversario disseta come la fragola in acqua di menta e colpirlo è il tiramisù bagnato che ti porta a un passo dalla vittoria.

La boxe ha il gusto della lingua assetata che si srotola da un corpo sfinito e sbatte su un sorbetto di acqua, zucchero e frutta. Un jab ti fa bollire la pelle ma un diretto sul naso ti fa schizzare il sangue sul ring. Coulis di frutti di bosco che cola su sorbetto di fragola in acqua di menta.

Quella rudimentale attività che l’uomo chiama in vari modi, pugilato, boxe, lotta, che è alla fine il tentativo di regolare l’ancestrale desiderio di annientamento dell’altro, trasuda da tutte le corde del ring il desiderio di vittoria. Quindi alla fragola rinfrescata di menta, che si fa speranza di non stramazzare al suolo, si abbina un tiramisù bagnato di sangue e sudore, senza polvere di cacao ma con fragole di bosco congelate. Perché, nella danza che è un match di boxe, i denti si serrano e il sapore svanisce, il calore dei pugni ti inchioda alla consapevolezza che prima o poi finirà, che si esauriranno le forze del tuo avversario o le tue, nell’arco di una ripresa o più, in cui tre minuti diventano un’infinità.

La boxe è reazione, è energia anche quando credi che il corpo ti stia abbandonando. Perché, se una scarica di jab e diretti sono il bollore fuori dalla gelateria in una calda estate, schivarli disseta come la fragola in acqua di menta e reagire con un montante al fegato dell’avversario è il tiramisù bagnato che ti porta a un passo dalla vittoria. Poi il gancio che tramortisce, la forza torna, il freddo rinvigorisce e il montante finale precede un altro montante, quello che ficca l’osso del naso nel cervello che si fa panna montata e annienta i sensi in un connubio tra piacere e dolore. Il k.o., quello definitivo che lascia sdraiati a terra in una pozza di gelato sciolto, sangue e sudore.

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Andrea Fassi

Pronipote del fondatore del Palazzo del Freddo, Andrea rappresenta la quinta generazione della famiglia Fassi. Si laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali coltivando l’interesse per la scrittura. Prima di seguire la passione di famiglia, gira il mondo ricoprendo diversi ruoli nel settore della ristorazione ed entrando in contatto con culture lontane. Cresciuto con il gelato nel sangue, ama applicare le sue esperienze di viaggiatore alla produzione di gusti rari e sperimentali che propone durante showcooking e corsi al Palazzo del Freddo. Ritorna al passato dando spazio al valore dell’intuito invece dei rigidi schemi matematici in cui spesso oggi è racchiuso il mondo del gelato. Combina la passione per il laboratorio con il controllo di gestione: è l’unico responsabile del Palazzo del Freddo in qualità di Amministratore Delegato e segue la produzione dei locali esteri in franchising dell’azienda. In costante aggiornamento, ha conseguito il Master del Sole 24 Ore in Food and Beverage Management. La passione per la lettura e la scrittura lo porta alla fondazione della Scuola di scrittura Genius nel 2019 insieme a Paolo Restuccia, Lucia Pappalardo, Luigi Annibaldi e ad altri editor e scrittori. Premiato al concorso “Bukowsky” per il racconto “La macchina del giovane Saleri”, riceve il primo premio al concorso “Esquilino” per il racconto “Osso di Seppia” e due menzioni speciali nei rispettivi concorsi “Premio città di Latina” e “Concorso Mario Berrino”. Il suo racconto “Quando smette di piovere”, dedicato alla compagna, viene scelto tra i migliori racconti al concorso “Michelangelo Buonarroti”. Ogni martedì segue la sua rubrica per la scuola Genius in cui propone racconti brevi, pagine scelte sui sensi e aneddoti dietro le materie prime di tutto il mondo. Per la testata “Il cielo Sopra Esquilino” segue la rubrica “Esquisito” e ha collaborato con il sito web “La cucina italiana” scrivendo di gelato. Docente Genius di scrittura sensoriale, organizza con gli altri insegnanti “Il gusto per le storie”, cena evento di degustazione di gelato in cui le portate si ispirano a libri e film.

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