Una musa ispiratrice è il ricordo nascosto che dà accesso all’altro lato di te. È quel lago in cui ti immergi fino a sparire per riapparire altrove, legato da fili invisibili a un gusto di gelato che non sai neanche se sia mai esistito davvero. Sai solo che scotta dentro di te e che si scioglie ogni volta che ti siedi e sei lì che provi a raffreddarlo, a mettere in ordine parole per piacere a chi legge, ma quel sapore ti ricorda che tu sei altro che puoi scrivere altro che devi infilarti laggiù dove ti attende.
È una musa pallida seduta dall’altro lato, con una coppetta di buio in mano, affonda il cucchiaio e ti imbocca l’ispirazione. Ha il sapore di occhi nuovi, il buio ti dipinge l’iride di tutti colori diversi, ti mostra un mondo nuovo e mescola parole che non useresti mai e spreme idee che altrimenti non riusciresti a generare. Assapori piano, prendi quanto basta e riemergi subito. Sali su, torni dalla tua parte, sai che quella ricetta ispiratrice può spingerti troppo in là; riemergere è poter evitare di desiderare quella coppetta di buio che non si scioglie mai fino a morire.