Erano ormai quattro anni che il piccolo Lu Xun percorreva quasi ogni giorno il lungo tratto di strada che dal monte dei pegni portava alla farmacia.
Il bancone del monte dei pegni era alto il doppio di lui, e Lu si sporgeva per allungare abiti o gioielli all’inserviente del banco.
In preda a un’umiliazione senza fine prendeva il denaro e se ne andava, di corsa, a comprare le medicine per suo padre in farmacia, ma lì almeno il bancone era alto quanto lui.
Sempre di corsa, dopo la farmacia, Lu doveva procurarsi gli ingredienti da integrare ai farmaci, come da prescrizione del medico illustre che aveva in cura suo padre.
Lu aveva sempre timore di non riuscire a trovarli: radici rosse estratte d’inverno, grilli allevati in coppia, pianta di ardisia giapponese che avesse già fatto i semi, tutte cose particolari e difficili da reperire.
Quel giorno aveva trovato la canna da zucchero sopravvissuta a tre anni di brina e, correndo trionfante verso casa, vide la madre che l’aspettava sulla soglia.
Lu capì subito che suo padre era morto.
Bibliografia:
Lu Xun, Grida, Sellerio;
Lu Xun, Diario di un pazzo ed altri racconti, Luni.