Gli Stati Uniti sono invasi da un’insolita epidemia di insonnia, che porta chi ne è contagiato alla perdita di equilibrio, alla mancanza di connessione con la realtà, fino a impazzire, e nei casi più gravi alla morte. Unico rimedio possibile, le trasfusioni di sonno, e per donare occorre, ovviamente, trovare donatori dal sonno utilizzabile, e disponibili. L’asso nella manca della Brigata Morfeo è Trish, esperta nel convincere le persone a donare alla banca ore del loro sonno, raccontando la storia della bellissima e dotata sorella Dori, prima vittima accertata della mancanza di sonno, uccisa dal suo stesso corpo ribelle dopo ventisette giorni consecutivi di insonnia. Trish aiuta a immagazzinare il sonno residuo, utile per le trasfusioni, nella banca del sonno, e diventa una specie di celebrità quando scopre la miglior qualità di sonno puro, privo di incubi e deliri, in una neonata, la piccola A. La vicenda si complica quando, accanto agli insonni involontari, si uniscono gli insonni volontari, contagiati dagli incubi di un incauto donatore di sonno, il donatore Y. Piuttosto che essere assaliti dagli incubi generati dal sonno donato da Y, le persone si torturano decidendo di restare sveglie, e sono disposte ad accettare solo quantità di sonno purificate, come quella che proviene dalla piccola A. Il padre della bambina trascina Trish in una Nottopoli, un locale dove vengono serviti cocktail a base di sonniferi e calmanti, oppure a base di stimolanti ed eccitanti, e le propone un patto: per ogni ora di sonno sottratta alla bambina, Trish dovrà donarne una a sua volta. Tutto si addensa quando il mondo intero sembra iniziare a presentare casi di insonnia, dapprima in maniera sporadica e poi in un inarrestabile crescendo, e molte persone risultano infettate dall’incubo del donatore Y. Nel mondo delirante in cui vive Trish, dove la manipolazione è un’arte sottile e il sonno è la moneta di scambio più preziosa e la pietra di paragone di qualunque emozione scambiabile tra esseri umani, si fa strada l’avidità, il bisogno corruttivo del profitto. Trish si trova di fronte a dilemmi su se stessa e su chi credeva di conoscere, mentre continua a donare il suo sonno, impuro, ma ancora utilizzabile. Cosa resterà della specie umana? E questa epidemia è forse una conseguenza della modalità arrogante e violenta in cui l’uomo ha trattato le risorse naturali e i suoi simili? E lei, una donna che vuole solo riavere indietro la normalità di una chiacchierata senza secondi fini, un contatto umano che non si esaurisca in un frettoloso toccarsi a scopo sessuale, che diritto ha di opporsi al mondo che, in maniera inconsapevole ma volontaria, ha contribuito a creare, raccontando la storia lacrimevole di Dori al fine di ottenere quante più donazioni possibili. Etica e morale forse non hanno più il senso che siamo abituati ad attribuirgli quando tutti i nostri parametri vitali sono in pericolo, e l’unica cosa che conta è sopravvivere.
Siamo tutti sempre colpevoli per i nostri desideri corrotti e avidi, invidiosi dell’innocenza e della pura generosità, soprattutto quando proprio la generosità ci rivela la manipolazione nascosta dietro il fine che giustifica i mezzi.
Stavolta ci siamo, penso. Stanno per vietarti la donazione. Avidamente, comincio a sperarci. È così subdolo il modo in cui le paure e le speranze, i sogni e gli incubi possano ribaltarsi gli uni negli altri. Rifiutatemi, rifiutatemi. Per ragioni di salute pubblica, per il bene di tutti, ditemi che ora posso tornare a casa e dormire solo per me stessa.