Congedo

Alfonsina Storni Martignani era stata insegnante, ragazza madre, sostenitrice dei diritti dei più deboli, femminista; adesso è solo stanca.

La donna posò a terra la borsa di tela e cercò con lo sguardo qualcuno che potesse darle la chiave della sua stanza.
Il piccolo albergo aveva conosciuto tempi migliori, però era pulito e si affacciava sulla spiaggia bianca in riva al Mar de la Plata.
Una ragazza uscì dal retro asciugandosi in fretta le mani bagnate e osservò la cliente, mentre questa firmava il registro degli ospiti.
Era bionda, gli occhi stanchi e un po’ tristi, e si muoveva con una certa eleganza, anche se gli abiti che indossava sembravano vecchi come anche le sue scarpe nere, un po’ sciupate.
La donna si era firmata come “Alfonsina Storni Martignoni”, poi era salita nella sua stanza e aveva aperto la finestra.
Mentre la brezza salmastra le riempiva i polmoni, Alfonsina avvertì una fitta all’altezza della cicatrice sul seno.
Il medico era stato chiaro: il cancro era tornato, e lei avrebbe dovuto operarsi di nuovo, cosa che non aveva nessuna intenzione di fare.
Chiuse gli occhi, e per un lunghissimo attimo rivide Buenos Aires e la folla di immigrati, giovani donne dedite allo shopping, madri con i figli, famiglie al parco e coppie alle serate danzanti, tutta la fauna degli anni Venti che aveva descritto, le luci e le ombre di una città e di un Paese che l’avevano vista arrivare bambina dalla Svizzera italiana, insieme ai suoi genitori.
Era stata insegnante, ragazza madre, sostenitrice dei diritti dei più deboli, femminista. Delle donne aveva scritto: “Dovremmo definirci le fuori-posto. Stiamo come fuori dal centro. Non ci inseriamo come si deve in nessun ambiente. Alcuni ci stanno stretti, altri larghi”.
Ormai sentiva sulle spalle tutta la stanchezza del mondo, ma l’indomani avrebbe messo fine alla sua vita, aveva deciso così.
Tirò fuori un quaderno, quello delle poesie, e iniziò a scrivere il suo congedo da tutto:
Voy a dormir…
Fuori dalla finestra il Mar de la Plata scintillava sotto il sole di ottobre.

 

 

Bibliografia:

Alfonsina Storni Martignoni, L’inquietitudine del roseto, Finisterrae;

Alfonsina Storni Martignoni, Vivo, vivrò sempre e ho vissuto, Edizioni Ulivo.

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Loredana Germani

È tra i fondatori della Scuola di scrittura creativa Genius. Dopo gli studi in Storia e Letteratura italiana, scrive diversi racconti autobiografici e articoli in cui descrive incontri con autori. Ha curato l’antologia di racconti A Roma San Giovanni e tiene la rubrica Vita da scrittore sulla rivista letteraria Dentro la lampada, nella quale narra opere e aneddoti di grandi personaggi letterari.

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