Questa è una storia di esclusione e di amore viscerale e disperato di un ragazzino per la sua unicità, il suo essere ambivalente e dotato di poteri straordinari. Una storia che vede contrapposta l’umanità ottusa, tutta intera, che è sempre la stessa in ogni parte del globo, e il piccolo, bellissimo Raul, che è anche Cassandra, e Wendy e Marylin Monroe, come lo chiamano. Rauli, il Senza Ossa, così preso in giro a scuola e fonte di imbarazzo per il padre e il fratello, entrambi sportivi e machi, è troppo delicato per la brutalità maschilista della Cuba di fine anni ’70, inizio ’80, dove ogni identità deve necessariamente appiattirsi sull’ideologismo propagandistico del sistema imposto dall’alto. La maestra tende a giustificare gli atti di bullismo crudeli e insensati di cui Raul è la vittima perfetta: mette tutti in imbarazzo con il suo amore per la lettura e la sua genialità per la poesia e la musica. Raul ha una serie di segreti che lo aiutano a sopravvivere in un mondo privo di magia: lui capisce di essere la reincarnazione di Cassandra, la figlia di Priamo ed Ecuba, destinata a predire verità scomode e infauste, e perciò a essere scansata da tutti. La madre, in un lutto che la imprigiona come un incantesimo dopo la perdita dell’adorata gemella Nancy, asseconda il desiderio del figlio di sentirsi donna e lo protegge nelle sue uscite in abiti femminili, nella sua nuova identità, quando i suoi lineamenti delicati il suo corpo efebico sono desiderati dagli uomini in maniera bruciante, senza alcun sospetto sul suo genere. Raul e Cassandra però non ricambiano alcun desiderio maschile, non sentono nulla quando vengono baciati e accarezzati, restano spettatori senza eccitazione di ciò che provocano, volendo solo vivere nel mondo segreto che li separa dalla riunificazione con la Storia antica. Raul vede i destini degli altri, e le loro morti, e non dice nulla di quello che percepisce, esattamente come Cassandra, e nella sua vita tutto precipita quando viene mandato, a supporto delle truppe angolane, nell’anno 1984 a 19 anni, verso un destino che ha capito e accettato, e che non ha nessuna voglia di cambiare.
È facile immaginare cosa può accadere a un ragazzo bello e delicato e femminile in un mondo di soldati annoiati e abbrutiti. Ma Raul/Cassandra rimane puro, con i suoi occhi blu percorsi solo da feroce compassione e distacco verso la brutalità criminale, ascoltando i sospiri dei morti presenti e passati, il destino di Troia che si sovrappone a quello che attende i suoi commilitoni. Nel dispiegarsi di una narrazione brutale e intima, comprendiamo la delicatezza di una ragazza che non ha abbastanza possibilità di esistere nel mondo che la respinge, e dove il destino che la attende può essere l’unico che abbia senso. Cassandra non è solo una ragazza trans, è anche un essere talmente perfetto che negli altri suscita il bisogno di distruggerla, l’inevitabile conclusione in un rapporto morboso vittima-carnefice, dove i carnefici sono tutti gli altri, quelli che non la proteggono, anche quando hanno promesso, anche quando devono. Quello che accade al lettore è una connessione potente con lo smarrimento, con un senso di equilibrio superiore, perché alla fine Cassandra riavrà il suo nome alato.
Sono seduto a guardare il mare.
Sento che non voglio essere quel Raul, voglio essere Cassandra, non Raul. Non voglio che a scuola mi chiamino Senza Ossa, non voglio che mia madre mi chiami Rauli, voglio passare un sacco di tempo a guardare il mare finché il mare non si consumerà nei miei occhi e non sarà altro che una linea bianca che fa piangere. Sono a Cienfuegos, ancora non sono un piccolo finto soldato qui in Angola, dove non piove mai, il capitano ancora non mi ha chiamato nella sua tenda per dirmi: Togliti i vestiti, dobbiamo fare un gioco che ti piacerà.