Maria Luisa Spaziani aveva venticinque anni, amava la poesia e moriva dalla voglia di incontrare Eugenio Montale, di cui conosceva a memoria Ossi di seppia. L’incontro col Poeta avvenne al Teatro Carignano, all’inizio del 1949. Montale guardò la ragazza dai lunghi occhi scuri con un’intensità così forte che lei ne rimase turbata.
Maria Luisa, che già dirigeva una piccola rivista letteraria, si presentò al Poeta e lo invitò a pranzo per il giorno dopo.
La famiglia borghese assecondava le passioni letterarie della ragazza, Proust soprattutto, ma anche Montale. “Meno male che Proust è già morto”, fu il commento della madre alla notizia dell’illustre convitato. Montale ci rise sopra, scusandosi poi con i genitori: “Mi dispiace non essermi ancora reso defunto”.
Dopo il pranzo in famiglia, tornato al “Corriere”, Montale inviò un telegramma. In seguito sarebbero arrivati omaggi floreali (di solito gardenie), i profumi ricercati, le poesie d’amore. Ma già durante il pranzo era apparso un po’ sovreccitato. Ebbe l’idea di mostrare a tutti come aveva visto danzare una baiadera durante una sua visita in Libano. Si alzò da tavola, prese un grosso tovagliolo e con passetti di danza cominciò a sventolarlo a destra e sinistra sotto lo sguardo atterrito di Luigi Pareyson, che aveva studiato la radice metafisica della sua poesia.
Una mattina Maria Luisa lo accompagnò in un’agenzia di viaggio e vide che Montale, appoggiato al banco, metteva il piede all’interno come fanno gli orsi. “Mi sei sembrato un orso”, gli disse. Ecco, fece lui, l’Orso va bene con la Volpe.
Lui l’aveva chiamata così.
A sette anni da quel primo incontro, Montale aveva dedicato La bufera alla ragazza che amava, come lui, la poesia e il canto.
Aveva scritto:
Alla Volpe, che non soltanto mi regala la luce della sua giovinezza, quanto mi restituisce la mia che non ho mai avuta”
Bibliografia:
Eugenio Montale, La bufera e altro, Neri Pozza;
Maria Luisa Spaziani, La traversata dell’oasi, Mondadori.