“Tu preferisci il tuo flauto a me” disse SessiBon.
“Come ti viene in mente?” rispose Ughetto staccando le labbra dallo strumento. Stava eseguendo il Volo del Calabrone e riprese dal punto esatto in cui si era interrotto.
Le note si spandevano magicamente nell’aria.
“Sono esattamente venticinque minuti e trenta secondi che non mi baci” esclamò lei e Ughetto steccò.
Per quanto potesse essere difficile suonare, l’amore lo era di più.
Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.