Sollevo lo sguardo sul legno nero dentro questa piccola cassa da morto che bascula per via del mare e si muove a destra e a manca e perdo la cognizione del tempo proprio quando la cassa si ferma e non avrei mai potuto pensare di farla franca almeno questa volta no no non lo penso mica, anche se morto sono morto senza sentire niente ma non sia mai che si parli di rimpianti, morto senza che la morte lasci un segno e per quanto io non possa sentire rifarei tutto quello che non ho fatto ma almeno con la decenza di non lagnarmi e senti poi che botti senti le onde come colpiscono il fondo e come io quando sentivo qualcosa salire su e lo spingevo giù e tornava su e io spingevo più forte giù e mi chiudevo nella stiva e dai che la vita galleggiava e io lì a perdermela tra le mani oh se me lo ricordo che se mi trovassi ora fuori questa cassa, fuori da questa stiva, fuori sul ponte, io all’onda direi onda senti sii più forte che non ti sento sii più violenta che non ti sento sii più distruttiva che non ti sento e invece tu fai solo oscillare la barca e la cassa da morto scivola un po’ e io mica la sento l’acqua mica lo sento il freddo il caldo quasi quasi penso che se ti sentissi sarei felice di essere morto e di affogare di farmi spazzare via e beata la vita direi che va beh onda tu sfonda la nave piglia sta cassa da morto st’involucro di legno e portalo in giro nel tuo oceano magari lavala sta cassa spaccala ma fammi sentire se sei fredda calda salata appiccicosa dolce che qui il non sentire m’ha fatto morire che manco ne sono sicuro se sono morto o sono solo sepolto vivo.
Clelia Marchi e la vita su un lenzuolo
C’è un lenzuolo che custodisce la storia di una vita…