Non esiste una regola precisa per capire se l’idea di partenza di un romanzo è buona o cattiva.
Devo dire che tante volte nella mia esperienza di tutor di romanzieri mi è capitato di vedere qualcuno che partiva con un’idea che sembrava fragile e che poi invece è andata crescendo scrittura dopo scrittura, pagina dopo pagina. Allo stesso modo, invece, qualcuno che sembrava partire con un’idea molto solida, che sembrava scritta apposta per fare un romanzo, si è fermato dopo poche pagine perché l’idea non corrispondeva all’autore.
Però ci sono alcune idee che quando le vedi pensi: “queste sono veramente giuste!”
Ma quali sono? Per esempio quelle che corrispondono molto a una specie di atmosfera che c’è in giro, quello che c’è nell’aspettativa dei lettori. Perché in effetti ogni epoca ha una sua letteratura, ogni epoca ha una sua narrativa e una sua storia.
Se oggi uno scrivesse il famoso romanzo Porci con le ali chi se lo leggerebbe un romanzo sui giovani studenti rivoluzionari degli anni ’70? Credo che non troverebbe lettori e lo stesso autore non potrebbe portarlo avanti, non riuscirebbe a scriverlo. Nello stesso tempo pensate se una storia come quella raccontata nell’Amica geniale di Elena Ferrante fosse stata scritta negli anni Settanta probabilmente nessuno l’avrebbe letta così come è stata letta in questo periodo. Quindi una storia è buona quando coincide con il suo tempo e quando è abbastanza potente da permettere all’autore di scrivere molte pagine cioè di scrivere un romanzo.