Cronache del Malpagò #15

Le singolari avventure dei cittadini che vivevano un tempo nella nazione più lontana dalla nostra fortunata Italia

Le singolari avventure dei cittadini che vivevano un tempo nella nazione più lontana dalla nostra fortunata Italia. Quindicesima puntata.


I principi Astolfo e Astolfa Paraculo D’Orleans non riuscivano a dormire. Avevano provato ogni rimedio, il DormiBen, il SonnoPrest, il CaschiMort, in gocce, in compresse, in supposte. Poi una notte sentirono il giovane Principino Ginepro che si struggeva per Nicky Zompetta. Quel rumore prima l’infastidì poi si ricordarono che anche loro un tempo avevano sofferto per amore e si sorrisero l’un l’altra cascando addormentati subito dopo. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.


Bonaventura Rincalcato era uno scrittore di nessun successo. Per gioco decise di inviare all’editore un libro di frasi sconclusionate: L’amore è un attimo che t’addormi. Essi te stesso lesso. Il sorriso di un bebè puzza più di un temporale. Il desiderio conosce desideri che la Sora Lella desidera. Allora i lettori entusiasti comprarono i suoi libri. Bonaventura li leggeva e li rileggeva ma non capiva proprio cosa ci trovassero. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.


La religione del Malpagò era abbastanza severa in fatto di sesso e libertà individuali. Molti dicevano di seguirla, però poi facevano quel che volevano tanto, se erano fatti a somiglianza di Dio, lui sarebbe stato d’accordo con loro. Gli altri erano fedeli al culto che più gli somigliava. Se erano vegetariani, un dio vegano. Se erano facinorosi, un dio violento. Se erano sessuomani, un dio arrapato. E se non c’era, se l’inventavano. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.


Nel Malpagò avevano molto successo le diete perché i cittadini volevano essere snelli. Provavano la dissociata, la carotata, la saltapranzo oppure il digiunino, il turabuco, lo spazzapanza. C’era chi mangiava solo patate, chi divorava chili di minestrone, chi sperava nell’efficacia dimagrante della tisana di rape bollite. E domandavano: – Come ti sembro? Augusto Nichelino rispondeva con una misteriosa formula matematica: 6 + o – =. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.


Gli agenti del Malpagò guardavano con giusta serietà chi veniva a sporgere denuncia per un furto di automobile, uno scippo, una rapina in casa. Gli facevano riempire dei moduli estremamente circostanziati, gli chiedevano di apporre una firma per ogni foglio e di produrre le fotocopie dei documenti necessari. Poi mettevano l’incartamento in un faldone che nessuno avrebbe mai più aperto per la gioia dei lestofanti che campavano sereni. Che meraviglia, il Malpagò, dicevan tutti.


15 to be continued…

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