“Cavalli elettrici” di Shannon Pufahl (Clichy)

Quello che interessa a Muriel è sentirsi viva, la pelle che brucia come infiammata dall’alcool

Nell’America post-guerra di Corea ci sono inquietudini che fremono sottopelle, cicatrici visibili in controluce, e segreti inconfessati.

Lee e Muriel sono sposati, ma è Julius, il tormentato fratello del marito, il ragazzo dagli occhi verdi cangianti come l’acqua, che la attira veramente. Tra i due c’è stata un’apertura, un confronto gentile e tenero, sotto lo scroscio di una pioggia natalizia, mentre giocavano a carte. Si sono mostrati i loro desideri nascosti, le loro debolezze. Julius è attratto dagli uomini, e per questo ha già perso la paga da soldato ed è sprofondato nel mondo a margine dei giocatori coatti, dei bari e dei truffatori.

Muriel è cresciuta senza un padre, con una madre convinta che ogni amore debba avere un seguito e corpi offerti e divorati, affascinata dagli uomini che lasciavano tracce odorose nel letto di sua madre. Muriel ha una tristezza che le dondola dentro come un’altalena invisibile, qualcosa di struggente che la ricopre nel modo scintillante di una corazza. Dopo il matrimonio, insieme a Lee, si trasferisce in California, sull’onda del grande sogno americano di costruirsi una casa autonoma. Lee non sa della vita dissoluta di suo fratello, quello che intuisce è troppo difficile da decifrare e così rinuncia, soffrendo per l’elusività evidente che Julius gli riserva, aspettando sue notizie nel caldo Natale californiano.

Muriel scopre la passione per le corse dei cavalli, qualcosa di esaltante che appartiene solo a lei, e che le permette di scivolare dentro la vita più intensa che desidera, quando effettua le puntate sui cavalli e vince e si mette a contare le banconote sudate e fruscianti con il pollice e l’indice. Il marito ignora la sua vita segreta e colpevole, solo a Julius lei racconta di questa sua nuova possibilità, le porte schiuse dal denaro per una fattoria da rimodernare. La colpa li unisce di nuovo, quando Julius scompare, portandosi via una parte dei soldi, e partirà per un posto al confine tra Texas e Messico, alla ricerca del suo uomo, Henry, costretto a scappare dopo che il suo imbroglio a carte è stato scoperto dai boss locali.

Muriel comprende che ha sposato Lee perché era la cosa più semplice da fare dopo la morte della madre, per evitare che la tristezza la sommergesse, ma che tra loro non c’è alcun legame destinato a durare.

Le cose si chiariscono quando, dopo aver finalmente compreso la vera natura di Julius, Muriel gli lascia un messaggio in un albergo segreto, di quelli che servono come rifugio dalle retate della polizia e, in maniera inaspettata si lascia andare alla sua passione per la vicina di casa. Muriel non sa né le interessa trovare una definizione alla sua relazione con Sandra, quello che le interessa è sentirsi viva, la pelle che brucia come infiammata dall’alcool.

I tre non smetteranno di eludersi, e quando Julius torna nella fattoria di Lee, la trova abitata da altre persone, senza segni di attesa tranne la cavalla che langue accanto a un recinto.

Il senso più profondo della vita che corre incontro a Julius si frantuma con i sorrisi della famiglia che gli dà un passaggio, e lui che va incontro alla luce del sole mischiata al rumore delle onde del mare, in sottofondo. Alla ricerca di Henry.

Sandra guarda Muriel contrita e Muriel sa di avere ragione. Lee prende la corda e conduce la cavalla giù per la strada e Sandra e Muriel rimangono sole. Sandra appoggia i palmi sulle ginocchia e ansima, la sua pelle è arrossata per la fatica e la pioggerella fredda. Muriel osserva Lee allontanarsi, verso la casa. Vista da dietro, la cavalla sembra soffice come pudding. Muriel appoggia una mano sul collo di Sandra e ne sente il calore. Sandra sospira e si tende contro la mano di Muriel. Quando si raddrizza, sta piangendo, ma la sua mandibola è ferma. “Venderò questa casa e tutto quello che contiene e verrò con te ovunque tu voglia”, dice. Poi si volta e attraversa la strada. Un attimo dopo anche Muriel va via.

Lee salta la cena e Muriel si addormenta da sola nella loro stanza da letto, e, quando si sveglia Lee prepara il caffè e gliene porta una tazza. Nella gentilezza e nel silenzio di lui si cela lo struggimento che si profila per entrambi. Si china per baciarla e lei glielo consente. Lee ha dimenticato o vuole dimenticare o non ha davvero capito. Sandra è come la scia di luce che il sole che il sole lascia dietro gli occhi. Come grandissima parte della vita di Muriel è invisibile.

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Marilena Votta

Marilena Votta nasce a Napoli e trascorre la sua infanzia e adolescenza in un luogo fatto di sole accecante e ombre altrettanto tenaci. Ha pubblicato le raccolte di racconti Equilibri sospesi, La ragazza di miele e altre storie (Progetto Cultura, 2016) e Diastema (Ensemble, 2020), e la raccolta di poesie Estate (Progetto Cultura, 2019). Il suo racconto “Fratello maggiore fratello minore” è stato pubblicato nell’antologia “Roma-Tuscolana”. Alcuni suoi racconti sono disponibili su varie riviste on line e cartacee. Nell’ottobre 2021 pubblica il suo primo romanzo, Stati di desiderio, con D editore. Del suo rapporto con la scrittura asserisce, convinta, che è il suo posto nel mondo. Scrive recensioni di libri che ama per "Dentro la lampada", la rivista della scuola Genius.

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